Radio Barrea 3 agosto

Monte Cofano


Il nostro inviato in Sicilia ha incontrato un personaggio che, conosciuto Manfredi, ci ha rilasciato questa dichiarazione:

La fase conclusiva della colonizzazione greca della Sicilia vide fiorire numerosi miti ambientati nella Sicilia nord-occidentale.
L’area elima, in particolare, quella che coincide col territorio di Segesta, Entella ed Erice, fu al centro di racconti mitologici che vedevano protagonisti Minosse, Dedalo, Eracle ed i Troiani scampati dalla distruzione di Troia.
La genesi di tali racconti fu determinata dalla volontà di creare un legame arcaico (XIII-XII sec. A.C.) per provare l’affinità etnica con la popolazione che abitava il territorio che intendevano colonizzare. Così i Rodio Cretesi di Agrigento, per spiegare la reale presenza di gruppi misti sicano-egei in area elima, fecero ricorso al mito di Minosse e Cocalo, mentre gli Ateniesi, nel momento in cui decisero di occupare, nel 415 a.C., elaborarono un racconto che faceva arrivare presso la Sicilia nord-occidentale alcuni eroi reduci dalla guerra di Troia (nostoi).
Molto più interessante è il mito di Minosse e Kocalo, la cui ambientazione geografica ricca di dettagli e di toponimi, ha permesso la recente identificazione dei siti di Inico (Calatubo), Camico (monte Bonifato), Makara Minoa (monte Cofano), i bagni di acqua termale dove venne ucciso Minosse (i bagni di Segesta e di Alcamo diramazione), il fiume Camico (fiume caldo), il valico del passo del Lupo (il Likos) che separava Makara Minoa dal regno di Inico, che corrispondeva con tutta l’area occidentale del Golfo di Castellammare dal Nocella al monte Inici.
Altrettanto interessanti sono i racconti mitologici ambientati ad Erice, essi videro protagonisti Dedalo, che allargò il piazzale antistante al tempio, ed Eracle che sfidò l’eroe eponimo locale, Erice, ucciso nel combattimento. Eracle, impegnato nelle sue fatiche, lasciò il regno di Erice agli indigeni con l’obbligo di riconsegnarlo quando sarebbe arrivato un discendente di Eracle.
Il percorso dell’ultimo tratto dell’itinerario di Manfredi si sviluppa in una ambientazione geografica che mette insieme paesaggi mozzafiato, in parte selvaggi ed incontaminati, come la riserva dello Zingaro, la grotta dell’Uzzo, dove è stata rinvenuta la più consistente necropoli mesolitica del Mediterraneo (con ben 12 inumati), Monte Cofano, teatro di vicende eroiche arcaiche, che danno l’accesso ad un mondo in cui il tempo si è fermato ed i problemi della vita e del mondo sono rimasti al di là della linea dell’orizzonte dove è rimasto il resto del mondo.
Il raggiungimento della cima di Erice, infine, sembra concludere un itinerario ideale dal porto di Venere al tempio di Venere, dalla realtà quotidiana ad un mondo magico e fantastico, da cui si domina l’ultimo lembo di una mitica terra di confine.

( Leonardo D’Asaro )


Sicilia, terra di miti e leggende, fertile sito dove la fantasia e la realtà si fondono in un insieme di tradizioni, usanze e storie millenarie.
Qui, sempre “non per caso” ho incontrato un uomo tranquillo e focoso nel suo incedere su questa terra piena di contraddizioni: Leonardo D’Asaro.

Le sue passioni sono tante, fra loro pulsa la ricerca della verità, della giustizia, del vero o forse del concreto.
Tutto si è illuminato da una parte del mio percorso per raggiungere Erice ed in particolare il Castello di Venere.
Mi ha detto che io essendo nato a Portovenere non potevo che terminare il mio viaggio al Castello di Venere, che le ultime sere avrei dormito sul monte Cofano, dormire li significa ascoltare antichi canti, grida, sussurri e respiri degli abitanti dell’antica città di Makara.
Quest’antica e scomparsa città conteneva la tomba di Minosse che ne era anche tempio….. una storia lunghissima, con accenni ad Icaro, Dedalo ed il Minotauro, figlio di Minosse.

Sono rimasto in silenzio ad ascoltarlo ed ho capito che quest’uomo è geniale, ha in se un fuoco, il desiderio di far sapere le conclusioni a cui le sue ricerche lo hanno portato.

Io gli auguro di trovare un buon e sincero editore che raccolga i suoi studi in un libro in modo che noi, umili e incompetenti si possa sapere la verità o quanto meno la possibile verità sui tanti quesiti che fanno di questa terra, un giardino segreto pieno di lati oscuri o poco illuminati dalla vera luce del sapere.

Manfredi

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