Informazioni sul percorso GEA e S.I. fino a Castelluccio di Norcia

Dal Passo del Cerreto, un sentiero porta a quello dell'Ospedalaccio (1271 mt), anticamente chiamato di Tea, dove ancora oggi si intravedono i resti dell’ospedale di Tea. Da qui, lungo le pendici del Monte Alto, si raggiunge l'anfiteatro dove nasce il Secchia e quindi al Passo di Pietra Tagliata. Il percorso si mantiene sul versante emiliano, tra prati e faggete, fino al Lago di Monteacuto. Tappa abbastanza breve e quasi tutta in territorio emiliano. Si scende inizialmente alla diga di Lagastrello, che origina il Lago Paduli, e si risale quindi attraverso l'antica via Linari al Lago Squincio. Prima di giungere a Prato Spilla, sede di impianti sciistici, si toccano ancora i piccoli laghi Scuro e Verdarolo. Da Prato Spilla, il percorso GEA risale verso la dorsale appenninica, toccando il piccolo Lago Martini, e mantenendosi in quota in un continuo saliscendi tra 1600 e 1800 metri. Ci troviamo in un tratto molto suggestivo della Lunigiana con viste panoramiche mozzafiato. Al lago Santo Parmense, si trova un accogliente rifugio CAI. Dal lago Santo, dopo aver percorso un tratto della dorsale appenninica, si scende nelle valli attorno a Pontremoli, immettendosi nel tracciato del Lunigiana Trekking. Esistono due opzioni, la prima sale alla vetta del Monte Orsaro (1831 mt) e la seconda lo aggira sul versante parmense, congiungendosi prima del monte Tavola (1504 mt).
La tappa segue il crinale dell'Appennino fino ad arrivare al Groppo del Vescovo (1243 mt), a nord del passo del Cirone. Dal Groppo scende nelle incontaminate valli che chiudono l’alta Lunigiana, toccando Gravagna e infine Groppoli. La quinta tappa del percorso GEA si svolge nelle valli pontremolesi della Lunigiana. Il percorso si sovrappone a quello del Lunigiana Trekking. Da Groppoli si procede verso Montelungo, sulla strada per la Cisa, e quindi Succisa. Si arriva poi a Grondola, sede di ruderi dell'antico castello posto a guardia della via del Bratello, e infine a Cervara, nella valle del torrente Verde, dove si trovano begli esempi di architettura montana, con le case disposte a corte e contrassegnate dai tipici Faciòn. La sesta tappa del percorso GEA è l’ultima in territorio toscano, prima di lasciare il posto all'Alta via dei Monti Liguri. Da Cervara, nella valle del Verde, si procede verso il comune di Zeri e il Passo due Santi, passando dal villaggio Aracci. Si incontrano alcune tipiche capanne di paglia utilizzate per l'alpeggio e stupende faggete dove si trova il Lago Peloso. 2° giorno - Passo del Cerreto - Passo Pradarena. Colazione e partenza per la prima vera tappa del trekking: siamo nel Parco Nazionale dell'Appennino Tosco-Emiliano. Affrontiamo un'agevole salita che ci porta fin sotto Monte La Nuda e da qui, mantenendo il crinale che separa la Toscana dall'Emilia, sino al passo di Cavorsella. L'ultimo tratto della tappa sarà lungo una strada forestale che, senza evidenti variazioni di quota, ci condurrà al passo di Pradarena ed al rifugio/albergo Carpe Diem.
Dislivello in salita: 596 m. Tempo di percorrenza: 4 - 5 h
3° giorno - Pradarena - rifugio La Foce. Colazione al rifugio. Tratto molto panoramico, quasi interamente in cresta, lungo le Porraie sino alla chiesina di San Bartolomeo e poi, una volta giunti alla Fociarella, in breve scendiamo al rifugio la Foce, un piccolo rifugio alpino, molto spartano ma inserito in una delle più belle valli di tutta la Garfagnana, la Valle di Soraggio. 
All'arrivo ritroveremo il bagaglio personale lasciato al primo punto tappa. Dislivello in salita: 232 m. Tempo di percorrenza: 3 - 3h 30'
4° giorno - rifugio La Foce - San Pellegrino in Alpe. Colazione al rifugio. Possibilità di lasciare parte del bagaglio che si ritroverà alla fine della quinta tappa. Si torna subito in cresta e si prosegue verso Sud, raggiungendo e superando la quota più alta di tutto il trekking: il monte Prado (2054 m). Siamo a cavallo tra la Riserva dell'Orecchiella nel versante toscano e la Val d'Ozola (Parco del Gigante) nel versante emiliano: in queste zone è facile avvistare l'Aquila o greggi di Mufloni, così come constatare la presenza del Lupo dai ritrovamenti delle fatte. La sistemazione a San Pellegrino è presso il punto tappa del Pradaccio, a poche decine di metri dal paese vero e proprio. 
Dislivello in salita: 525 m. Tempo di percorrenza: 5h 30' - 6h 30'
5° giorno - San Pellegrino in Alpe - Lago Santo. Colazione in struttura. Si riparte tornando sul crinale: sul versante toscano stiamo entrando nella "Media Valle" del Serchio, mentre su quello emiliano siamo in provincia di Modena e questo tratto si caratterizza per la notevole presenza di piccoli e più grandi laghi di origine glaciale, immersi nella lussureggiante vegetazione. Giunti in prossimità del Monte Giovo, in base alla "freschezza" del gruppo la guida deciderà se affrontare la salita, proseguendo sul sentiero di crinale (00), oppure scendere verso il passo Baccaia e da lì raggiungere il rifugio al Lago Santo. 
Dislivello in salita: 341 m (551 m con la variante del M. Giovo). Tempo di percorrenza: 4 - 5h
6° giorno - Lago Santo - Abetone. Colazione al rifugio. Dal Lago Santo, invece di risalire direttamente allo 00, si taglia verso Foce Giovo, da qui inoltrandosi in zone ai più conosciute per la frequentazione sciistica: Alpe Tre Potenze, Foce Campolino, Monte Gomito. All'altezza del Lago Nero il nostro percorso scende lungo la valle del Sestaione fino all'Orto Botanico Forestale (possibilità di una breve visita) per poi raggiungere l'Ostello, per la cena e pernottamento. Qui si ritroverà il bagaglio che avevamo lasciato alla partenza dal rifugio La Foce.
Dislivello in salita: 390 m . Tempo di percorrenza: 3h 30' - 4h 30'
7° giorno - Abetone - Capanna Tassone. Colazione in ostello. Si risale dapprima verso le sorgenti del torrente Lima e poi sino al crinale a ritrovare lo 00 in località La Verginetta. Da qui verso Libro Aperto e in successione Cervinara, Monte Lancio, Cima Tauffi al confine del Parco dell'alto Appennino Modenese. Raggiunto C.le Piaggiacalda, scendiamo sino a quota 1300 m. per raggiungere il rifugio/albergo Capanna Tassone.
Dislivello in salita: 693 m. Tempo di percorrenza: 4 - 5h
8° giorno - Capanna Tassone - Cutigliano. Colazione in rifugio. Si risale in cresta sino al passo della Croce Arcana (1675 m) e da qui, si scende passando per P.gio della Doganaccia sino a Cutigliano, dove terminerà il nostro trekking. Un servizio transfer ricondurrà il gruppo là dove sono state lasciate le macchine o alla più vicina stazione ferroviaria.
Dislivello in salita: 358 m. Tempo di percorrenza: 2h 30' - 3h 30' Ci chiamiamo Ligeia Lugli e Laura Meneguzzo e abbiamo rispettivamente 25 e 31 anni.

Dopo aver maturato negli ultimi anni una certa esperienza di escursionismo su lunghe percorrenze, abbiamo deciso di cimentarci, a partire da Aprile, in un lungo cammino che ci porterà dalla Puglia alla Germania settentrionale, e forse, se il tempo lo permetterà , fino alla Svezia. 

La parte centrale del viaggio seguirà il sentiero E1, la parte finale, che speriamo di riuscire a percorrere, si svolgerebbe sull’E6, mentre la parte iniziale, comprendente l’Italia meridionale e centrale, si articolerà su una rete di strade secondarie, sentieri appenninici non ancora definitivamente collegati tra loro e itinerari interni ad alcuni dei maggiori Parchi Nazionali.

Nonostante le ovvie difficoltà che comporta l’organizzazione di un viaggio a piedi in assenza di un percorso unitario già “preconfezionato”, crediamo che la parte più interessante del percorso sia proprio quella iniziale, di cui ci stiamo faticosamente studiando le possibili tappe. Il punto di forza dell’itinerario che stiamo delineando in questa zona sarebbe quello di attraversare sia zone a nostro avviso, non adeguatamente valorizzate dal punto di vista ambientale ed escursionistico, come le Murge Pugliesi e l’Appennino Campano, sia i ben noti baluardi del patrimonio naturalistico italiano costituiti dai celebri Parchi Nazionali, come il Gran Sasso e la Majella o quello meno celebre dei Monti Sibillini.

Quindi di creare un contatto ideale tra aree in cui il livello di “alfabetizzazione ambientale” è molto diverso, anche nella speranza di promuovere, con l’aiuto delle autorità locali che stiamo contattando, una forma di turismo più attenta alla natura anche in zone da questo punto di vista ancora arretrate.

Questo vale in parte anche nel resto dell’ Italia, dove purtroppo, a differenza di altri paesi europei, il turismo escursionistico non ha ancora preso piede. Per questo pensiamo possa essere significativo, nel nostro piccolo, collegare idealmente con il percorso anche alcuni dei principali parchi italiani come il Parco Nazionale degli Abruzzi e quello del Ticino, e cioè le principali mete di questo tipo di vacanze, nella speranza di contribuire, con la pur limitata risonanza che questa iniziativa potrà avere, alla creazione di itinerari attrezzati anche al di fuori dei parchi veri e propri e a una diffusione più capillare dell’escursionismo su tutto il territorio nazionale.

Nell’organizzare questo trekking abbiamo incontrato l’inestimabile aiuto sia di privati che di enti ufficialmente riconosciuti, tra cui spiccano la F.I.E. e l’amministrazione provinciale di Taranto che ci hanno beneficiato del loro patrocinio e sostegno. 

Alleghiamo qui di seguito, le località che grosso modo il nostro percorso attraverserà:

Taranto, che sarà il punto di partenza, poi Gravina di Puglia e quindi Venosa, poi attraverso la Campania sud-orientale fino Benevento, proseguendo a Nord verso Isernia e Roccaraso, per entrare poi nei Parchi abruzzesi della Maiella e del Gran Sasso, da qui verso l’Umbria e quindi Cerreto, il Monte Penna, Bocca Serriola, fino a imboccare il tracciato della G.E.A. (Bocca Trabaria; Pieve S. Stefano; La Verna; P.sso Mandrioli; M. Falterona; S. Godendo; Scarperia; Passo della Futa; Passo della Porretta; Pracchia, Abetone; Passo del Cerreto; Passo Battello; Passo Cento Croci) e poi L’Alta Via del monti liguri (Passo del Bocco; Passo della Scoffera; Passo dei Giovi); Arquata Scrivia; Serravalle Scrivia; Tortona; Sannazzaro; Gropello Cairoli; Parco del Ticino, Magenta, Somma Lombardo; Gavirate; Porto Ceresio.

Nel caso la stagione fosse ancora troppo fredda per un percorso in quota, opteremmo per una discesa a ovest dopo Isernia per puntare su Roma (con itinerario ancora da definire), e da lì verso Firenze attraverso la splendida zona dell’Etruria: Palidoro, Cerveteri, Tolfa, Blera, Tuscania, Farnese,, Pitigliano, Saturnia, Roccalbegna, Montalcino, Murlo, Gaiole Greve in Chianti. Poi da Firenze, attraverso Fiesole e Barberino, potremmo ricollegarci alla G.E.A, nel caso ormai ogni residuo di neve invernale fosse stato debellato dalla primavera, oppure attraversare la Garfagnana in un itinerario a fondo valle fino alla Liguria.

SENTIERO “00”

PASSO DEI DUE SANTI-PASSO DELLA CISA-PASSO DEL LAGASTRELLO-PASSO DEL CERRETO-PASSO DELLE RADICI-ABETONE-PASSO DEL CANCELLINO-(PASSO DELLA COLLINA)-PASSO DELLA FUTA-(COLLA DI CASAGLIA)-PASSO DELLA CALLA-PASSO DEI MANDRIOLI-POGGIO DEL CASTAGNOLO QUESTO E’ TUTTO SENTIERO 00
Bel percorso lungo il crinale appenninico che separa il Mugello dalla Romagna Toscana. Assai interessanti i boschi di faggio (alcuni esemplari giganteschi) e i panorami soprattutto verso il territorio romagnolo.

Il Passo del Giogo di Scarperia è facilmente riconoscibili da chi percorre la Statale n.503 per i grandi cartelli stradali che lo segnalano e per il ristorante/albergo che qui sorge. Proprio davanti all'albergo, dal lato opposto della Statale, è subito individuabile anche dopo forti nevicate la larga pista sterrata che corre inizialmente lungo il crinale fiancheggiata da un recinto in legno. Su questa sono visibili, in genere anche con la neve, i segnali bianco/rossi della GEA. Imboccata la pista,si prosegue senza alcun problema di orientamento prima su crinale, poi per aperti pendii prativi. Arrivati ad una sbarra la via entra nel bosco prevalentemente di faggio che ammanta tutto il crinale tra il Passo del Giogo e la Colla di Casaglia. Ritornato sul crinale lo stradello supera una baracca metallica per proseguire poi in leggera salita fino a sbucare sull'aperto pendio dei Prati Piani. La via da seguire, in genere, è visibile anche su questi grandi prati, almeno come traccia. A volte, soprattutto dopo le forti nevicate, tutto il pendio appare completamente liscio. In questo caso bisogna scendere obliquando costantemente verso destra e raggiungendo nuovamente l'alto recinto in legno (difficilmente i pali più alti sono completamente nascosti). A questo punto riappare evidente il tracciato della strada, che rientra subito nel bosco iniziando di lì a poco a salire decisamente. Superata la Fonte al Lupo, si continua ancora per qualche centinaio di metri fino a raggiungere l'alto cartello in legno che segnala a sinistra la via per la Badia di Moscheta. Se l'innevamento lo consente (per raggiungere la Badia, si perdono, infatti, circa 400 metri di quota) si piega a sinistra verso la Badia. Altrimenti per concludere la gita si può continuare sulla via principale che, mantenendosi sempre prossima ai 1000 metri, raggiunge la Colla di Casaglia. Dirigendosi verso la Badia, si percorre un'altro stradello forestale che scende senza presentare alcun problema di percorribilità (la via, infatti, è larga e con pendenze non molto elevate). Con questa si arriva sulla strada asfaltata per la Badia di Moscheta 100 metri prima della Badia stessa. Il ritorno al Passo del Giogo avviene per la via dell'andata.

Lunghezza 22 km (A/R)
Dislivello 640 m
Tempo 6 ore
Difficoltà Facile

L'Italia ha un cuore verde: l'Umbria. Questo slogan, coniato dalla Regione dell'Umbria, la dice lunga su come il territorio umbro sia adatto per fare escursioni e trekking. Pertanto la delegazione umbra della FIE, Gruppo Valle Umbra Trekking di Foligno, ha deciso di effettuare un collegamento di questa regione con i sentieri europei preesistenti. A Bocca Trabaria, in prossimità di Città di Castello, inizia il tratto umbro del Sentiero Europeo E1 che termina, dopo aver attraversato tutta la dorsale appenninica compresa nella regione, a Castelluccio di Norcia. Attraversare questa regione a piedi permette di coglierne gli aspetti più significativi sia da un punto di vista paesaggistico-naturalistico, che storico-antropico. Nel primo tratto l'Appennino umbro, con il gruppo Nerone (1.525 m.), Catria (1.701 m.), Cucco (1.566 m.), presenta aspetti contrastanti tra estese faggete e paesaggi aridi e scarni. Proseguendo verso sud, si attraversano le amene e attrezzate località turistiche di Valsorda e M. Alago, con una deviazione (sul sentiero VUT), è possibile raggiungere Assisi su quei sentieri che, attraverso il M. Subasio, calcò anche San Francesco e che tuttora fanno parte dei più ampi itinerari francescani. Obbligatoria é una puntata su Colfiorito, per vari motivi: la sua palude é stata dichiarata, con la Convenzione di Ramsar, zona umida di interesse naturalistico internazionale. Infatti l'area é interessata da evidenti fenomeni carsici che, condizionano flora e fauna di questo particolare biotopo. Inoltre questi altipiani, detti Plestinii, devono il loro nome all'antica città romana di Plestia, situata al confine tra Umbria e Marche, e della quale restano preziose testimonianze. La catena dei Sibillini, con il Monte Vettore (2.476 m) e la località di Castelluccio, la più alta sede abitata della regione (1.452 m), costituisce la parte terminale del percorso. Questa catena deve il suo nome al Monte Sibilla (2.175 m), sede aerea della Sibilla Alcyna. E' qui che si suicidò Ponzio Pilato e che compì le sue gesta Guerrin Meschino. Nel 1989 é stato istituito il Parco Nazionale dei Monti Sibillini.



Di seguito viene descritto dettagliatamente l'itinerario delle singole tappe, che segue, per convenzione, la direzione Nord-Sud da Bocca Trabaria a Castelluccio



Informazioni e consigli utili
Il percorso è tutto segnato e tabellato con targhe di colore rosso-bianco-rosso, indicanti il Sentiero E1 e con richiami a vernice degli stessi colori su piante, rocce, ecc. Talvolta però, per modifiche strutturali del territorio, in alcuni tratti i segni possono essere poco evidenti, pertanto è bene munirsi, oltre che della guida, anche della carta relativa (Carta turistica KOMPASS n° 675).
Il tracciato scelto segue, per diversi motivi, un andamento di media collina: è accessibile a tutti nelle diverse fasce di età nel senso che non occorrono particolari doti atletiche; è percorribile in molti tratti a cavallo e in mountain bike, e in alcuni, nel periodo invernale, con sci da fondo; per i più «arditi», c'è la possibilità di praticare alpinismo, speleologia, deltaplanismo, parapendio; permette la riscoperta di una viabilità minore, così importante per la conoscenza di antiche testimonianze storico-artistiche e per una valorizzazione dei patrimonio naturalistico e paesaggistico, così diverso nell'alternanza delle stagioni; consente un facile accesso alle singole tappe, sia con mezzi propri che con mezzi pubblici. Il tracciato è stato progettato in modo tale che le tappe coincidano con località ove è possibile trovare alloggio e ristoro. Non occorre un particolare equipaggiamento e vestiario: è consigliato l'uso di scarpe alte con suola antisdrucciolo. Per l'acqua non esistono difficoltà di rifornimento per la presenza di numerosi fontanili su tutto il percorso. L'Ente Regione, per il rispetto della natura, disciplina la raccolta dei prodotti dei bosco e stabilisce le specie floristiche e faunistiche protette del territorio umbro, così come regolamenta la salvaguardia dei beni ambientali. Ciò comporta da parte degli escursionisti un atteggiamento di fattiva collaborazione.

Bocca Trabaria (1.049 m) - Bocca Serriola (730 m)

Possibilità di accesso: Bocca Trabaria (Città di Castello)
mezzi propri per la S.S. 73 Bis San Giustino - Fano.
Sviluppo: Bocca Trabaria (1049 mt)- Coste di Monte S. Antonio (1.111 m) - Bocca dei Coppi (898 m) - Bocca Serriola (730 mt).
Note tecniche:
tempo di percorrenza: andata ore 6, ritorno ore 6,30
lunghezza tappa: 17 Km
quota massima: Coste di Monte S. Antonio (1.111 m)
quota minima: Bocca Serriola (730 m)
Percorso: valutazione: facile (solo in caso di pioggia -a causa del terreno argilloso- la percorrenza diventa più difficoltosa); l'itinerario é percorribile anche a cavallo o bike.
Ristoro e pernottamenti: inizio tappa: bar, albergo-ristorante, tel. 075/8582107;
fine tappa: bar-alimentari, tel. 075/8554401; Rifugio La Ginestra, tel. 0722/99168;
approvvigionamenti di acqua: inesistenti lungo il percorso.
Descrizione:
al tratto umbro del Sentiero E1, si accede salendo una fila di scale a sinistra dell'albergo posto proprio sul passo di Bocca Trabaria, fino a raggiungere una faggeta, dopo aver superato una recinzione di filo spinato. Si segue la recinzione per circa 100 m, quindi si scende attraverso un prato fino a giungere in un bosco che si costeggia per oltre 200 m. Si entra nella faggeta seguendo dapprima un sentiero, poi una mulattiera che porta, dopo vari saliscendi, ad un cancello da oltrepassare. La mulattiera si trasforma in sentiero che, attraverso una folta vegetazione e vari fossi anche con acqua, arriva ad una estensione di felci. Si prende la carrareccia sulla destra, che poco dopo scende fin ad incrociare la carreggiabile proveniente da Bocca Trabaria. Si prende a sinistra, dove all'E1 si sovrappone lo 00 del CAI fino alla strada bianca che porta a Parnacciano. A questo punto l'E1 prosegue a sinistra sulla strada. Dopo 200 m si prosegue sulla destra seguendo una mulattiera a mezza costa fino ad incrociare di nuovo la strada bianca proveniente da Parnacciano; si gira prima a sinistra per salire fino ad un bivio, poi a destra. Successivamente si abbandona la strada per imboccare dopo un lungo tratto, una mulattiera sulla sinistra che conduce a Bocca Serriola.


Bocca Serriola (730 m) - Acquapartita (878 m)

Possibilità di accesso: Bocca Serriola (Città di Castello)
mezzi propri: S.S. 257 Città di Castello-S.S. 3 Flaminia Cagli.
mezzi pubblici: servizio bus tutti i giorni, escluso la domenica, da Pesaro, Fano, Acqualagna, Città di Castello (Ag. Bucci - Pesaro).
Sviluppo: Bocca Serriola, 730 m - Gragnano, 691 - Madonna dei 5 faggi, 760 m - S. Antonio, 779 m - M. Castellaccio, 867 m - Acquapartita, 868 m.
Note tecniche: tempo di percorrenza: andata ore 4, ritorno ore 4
lunghezza tappa: 16 Km
quota massima: Acquapartita (878 m)
quota minima: Gragnano (691 m)
Percorso:
valutazione: facile (solo in caso di pioggia -a causa del terreno argilloso- la percorrenza diventa più difficoltosa); l'itinerario é percorribile anche a cavallo o bike.
Note caratteristiche: Oratorio nei pressi di Casa Prati; selciato di antica viabilità romana; resti della vecchia osteria delle Rote.
Ristoro e pernottamenti: inizio tappa: bar-alimentari, tel. 075/8554401; Rifugio La Ginestra, tel. 0722/ 99168;
fine tappa: Ristorante da Ginotto (Tel. 0722/90216); alimentari, bar, camping, albergo;
Approvvigionamenti di acqua: loc. La Croce, loc. Gragnano.
Descrizione:
al bar di Bocca Serriola, si prende S.S. a sinistra per 100 m, dopo di che si imbocca sulla destra una strada bianca che va in direzione di M. Maggiore. Si continua per 1200 m, sempre dritti, evitando il bivio a sinistra par Vignolle. Si segue sempre la strada principale senza tener conto dell'ulteriore bivio a destra che porta a Croce; più avanti, dopo circa 100 m ad un altro bivio, prendere a sinistra. Dopo 300 m si scende leggermente e, al successivo bivio si prende di nuovo a sinistra. Si oltrepassa l'oratorio di Casa Prati proseguendo per Gragnano; al bivio continuare sulla destra e andare dritti verso la carrareccia che prima forma un ampia curva a sinistra poi volta a destra. Il fondo di consistenza argilloso-arenaria, si snoda, a saliscendi, per un lungo tratto, in una macchia di cerri, ginepri e ginestre. Più avanti ad Osteria delle Rote, si accede prima a destra, e ad un ulteriore bivio, a sinistra. Dopo un cen- tinaio di metri si incontra ancora un bivio; qui occorre girare a gomito a sinistra verso Madonna dei 5 Faggi. Si segue sempre la strada principale che raggiunge, tra curve e salite, una maestà posta ad un bivio (S. Antonio). Si prende a destra e, dopo un tratto di saliscendi e di curve, ad un incrocio di più carrarecce, quella in alto in salita sulla destra. Dopo essere saliti a 750 mt, ad un bivio con un mulattiera a destra, si continua sulla carrareccia a sinistra verso una costruzione bianca e continuare per circa 500 mt sulla strada bianca che scende fino ad oltrepassare uno sbarramento con catena. si prosegue diritti, si attraversa la strada asfaltata, si prende la strada bianca in salita, e, dopo aver attraversato uno sbarramento, si arriva ad una mulattiera che si trova sulla destra e che si inoltra in un fitto bosco. Si prosegue in cresta; poi si scende prendendo a destra un sentiero che si inoltra in una macchia di cerri fino ad incontrare di nuovo una mulattiera che si prende sulla destra, e che attraversa una pineta. Successivamente si scende fino a raggiungere la strada bianca per Acquapartita. Si segue sulla sinistra e dopo circa 1.200 mt, in una curnva leggermente in salita, si prende una mulattiera che sale verso una casa (Cacciabocca) e si immette sulla sovrastante strada asfaltata. Si prende a destra e dopo 400 mt si raggiunge Acquapartita.


Acquapartita - Tranquillo

mezzi propri: dalla S.S. 257, deviazione per Serravalle di Carda-Acquapartita (Cagli).
Sviluppo: Acquapartita, 868 mt - Serra dei Castagni, 915 mt - Campocolice, 576 mt - Casa Buttafuoco, 657 mt - Pian della Serra, 1020 mt - Poggio Le Pacchette, 874 mt - Casa Madonna, 546 mt - Tranquillo, 430 mt
Note tecniche: tempo di percorrenza: andata ore 8, ritorno ore 9
lunghezza tappa: 21 Km
quota massima: Pian della Serra (1020 mt)
quota minima: Tranquillo (430 mt)
Valutazione percorso: mediamente difficoltoso.
Note caratteristiche: a serra dei Castagni, pineta con presenza di cinghiali e piscine di fango degli stessi; panorama sul massiccio del Catria-Nerone; testimonianza di vecchie carbonaie (Serra dei Caimarchi); presenza di imponenti felci dopo Montozzo.
Ristoro e pernottamenti: inizio tappa: Ristorante da Ginotto alimentari, bar, camping, albergo -Tel. 0722/90216-; casa-albergo La Serra, -tel. 0722-90100-(prezzi convenzionati per escursionisti);
fine tappa: alimentari, bar, albergo,ristorante S. Bartolomeo -tel. 075-9257025-, 1 km in direzione Gubbio (prezzi convenzionati per escursionisti)
Approvvigionamenti di acqua: Campocolice, Pian della Serra (vicinanze), Caselle.
Prodotti tipici locali: funghi e tartufi bianchi
Descrizione:
Prendere la carreggiabile che si inoltra nella pineta della Serra dei Castagni e percorrerla tutta. Sulla sinistra svettano i monti Catria e Nerone. Si prosegue poi su un tratturo attraverso una folta vegetazione di felci e pini (Serra dei Caimarchi), che scende fino ad incontrare una mulattiera. Si prende sulla destra e si continua a scendere verso NO, incontrando numerose siepi di prugnoli. Attraversando un filo spinato, si raggiunge un prato da dove si imbocca una mulattiera che porta a Casa Caimarchi; si scende a Campocolice dove si prende la strada asfaltata che dopo 1200 mt incrocia la SP 201 proveniente da Cagli. Si prende a sinistra e dopo 800 mt si incontra una strada bianca che conduce a Gubbio. All'altezza dell'incrocio per Frazione Morena, si tiene la sinistra in salita. Dopo circa 2 km si abbandona la strada bianca e seguendo i pali dell'ENEL si raggiunge Casa Buttafuoco. Qui si imbocca una mulattiera fino ad un cancello, oltrepassato il quale si segue un sentiero che sale, dopo aver attraversato un bosco di faggi a M. Caibaldini. Si attraversano dei prati fino ad uno stazzo in località il Barco dove una strada permette di raggiungere, in caso di necessità l'abitato di Col del Lupo. Si sale poi alla sommità del Pian della Serra (Croce in Ferro). Seguendo le creste si giunge ad una sorgente, quindi il percorso si inoltra in una folta vegetazione di faggi e felci; si oltrepassano M. Perane, Montozzo (Casa Metotella) e Poggio le Pacchette. Si prende sulla destra una mulattiera che va verso Casa Caimatiacci, si gira a sinistra su un tratturo in discesa fino ad incontrare un'altra mulattiera scoscesa che entra in un fosso; poco dopo si raggiungono le Casacce. Si costeggia per 100 mt una recinzione metallica sulla sinistra, quindi si attraversa un campo per raggiungere e oltrepassare un rudere. Si attraversa un prato antistante fino ad incontrare una mulattiera che scende sulla destra e porta a Casa Caselle. Qui si prende sulla sinistra una strada bianca in salita per Casa Piccioni e si prosegue verso Casa Madonna. Da qui è possibile, tagliando per prati, scendere all'Albergo San Bartolomeo. Il tracciato segue una mulattiera che scende alla SS. 452 della Contessa; si gira a destra per 100 mt e successivamente a sinistra fino alla località Tranquillo.


Tranquillo (430 mt) - Scheggia (580 mt)

Possibilità di accesso: Tranquillo (Gubbio):
mezzi propri: SS. 452 Gubbio-SS. 3 Flaminia-Cantiano.
mezzi pubblici: servizio bus A.S.P. Gubbio-Cantiano (due corse giornaliere).
Sviluppo: Tranquillo, 430 mt-Casa Paravento, 490 mt-, 937 mt - Casa S. Secondo, 749 mt - S. Angelo, 635 mt - Scheggia, 580 mt.
Note tecniche:
tempo di percorrenza: andata ore 3, ritorno ore 3
lunghezza tappa: 9 Km
quota massima: Coste di M. Picognola (937 mt)
quota minima: Tranquillo (430 mt)
Percorso:
valutazione: facile;
modi di percorribilità e di praticabilità: cavallo e bike.
Note caratteristiche: si attraversa la riserva faunistica di M. Picognola con presenza di daini, pernici e starne; a M. Calvario (Scheggia), sagra del prosciutto nel mese di agosto.
Ristoro e pernottamenti: inizio tappa, alimentari, bar, albergo, ristorante S. Bartolomeo -tel. 075-9257025-, 1 km in direzione Gubbio (prezzi convenzionati per escursionisti); fine tappa: ristorante, bar, stazione di servizio, albergo-pensione "La Pineta", tel. 075-9259142.
Approvvigionamenti di acqua: Casa Canaleccia.
Prodotti tipici locali: funghi, formaggio pecorino e prosciutto.
Descrizione:
Imboccare la mulattiera che, sulla SS 452 della Contessa, al bivio per Tranquillo, si trova davanti alla palazzina bianca con num. civico 56/58. Dopo essere saliti a Casa Paravento si segue la mulattiera che nel periodo estivo si ricopre di rovi; dopo vari tornanti si giunge ad un prativo con alberi da frutta. Nel periodo estivo, a causa delle erbe alte, il percorso è poco evidente, seguire pertanto la segnaletica posta sulle piante. Si arriva, dopo 200 mt in salita, in prossimità di un bosco sulla destra del quale parte il sentiero, che attraverso una fitta vegetazione, porta fino ad una recinzione. La si attraversa e si segue la mulattiera a destra fino alla fine della recinzione; si continua, tenendo presente che anche questo tratto nel periodo estivo si copre di una fitta vegetazione, fino alla fine di un bosco. Da qui parte una carrareccia che sale a Casa Canaleccia (con fonte). Qui si prende una strada bianca a sinistra che sale per circa 6 km, passando per Coste di M. Piccognola, ai fianchi di una riserva faunistica. Poi si scende a Sant'Angelo dove si incontra , poco dopo, la SS 298, al km 48,500. Si prende a sinistra e dopo 2500 mt si arriva a Scheggia.


Scheggia (580 mt) - Val di Ranco (1082 mt)

Possibilità di accesso: Scheggia,
mezzi propri: SS 3 Flaminia.
mezzi pubblici: linea ferroviaria stazione Fossato di Vico.
Sviluppo: Scheggia, 580 mt - Pian di Spilli, 1056 mt - Pantanella, 1099 mt - Pian delle Macinare, 1188 mt - Fonte Ghiacciata, 1376 mt - Pian di Monte, 1211 mt - Piano dei Porci, 1200 mt - Val di Ranco, 1082 mt.
Note tecniche:
tempo di percorrenza: andata ore 4,30; ritorno ore 3,30
lunghezza tappa: 13 Km
quota massima: Fonte Ghiacciata, 1376 mt
quota minima: Scheggia, 580 mt
Percorso: valutazione: impegnativo;
Modi di percorribilità e di praticabilità: cavallo (a tratti), bike (a tratti), sci da fondo, alpinismo, speleologia, deltaplanismo, parapendio.
Note caratteristiche: Scheggia: antica torre; a Pian di Spilli: bosco di conifere con piste da sci di fondo; a Pian delle Macinare: campeggio libero e rifugio invernale; faggeta; a M. Cucco: ampie viste panoramiche su Umbria e Marche; famose grotte (922 mt di profondità); a Pian di Monte: area take off ed importante zona floristica; sorgente di acqua fredda; a Val di Ranco: boschi di conifere e latifoglie (tassi e faggi), sorgenti e forra di Riofreddo, passeggiata delle Tre Sorgenti.
Ristoro e pernottamenti: inizio Albergo Ristorante "La Pineta" (tel. 075-9259142), ristoranti, bar, stazioni di servizio; fine tappa: Albergo, Bar, Ristorante "Da Tobia" (tel. 075-9177194).
Approvvigionamenti di acqua: Pian delle Macinare (Acqua Passera); Fonte Ghiacciata.
Prodotti tipici locali: funghi, formaggio pecorino e torta al prosciutto.
Descrizione:
Prendere la strada con indicazione per Pian delle Macinare. Dopo 300 mt si lascia la strada principale per imboccare a destra una carrareccia che sale sempre più tortuosa e stretta per 2400 mt. All'incrocio con la strada bianca, si gira a destra e, continuando a salire, si oltrepassa Fonte Pozzuolo, avendo sulla sinistra M. Liscarelle. Si raggiunge prima la casa di Fonte Liscarelle e si attraversa poi Pian di Spilli. Qui è possibile praticare lo sci da fondo sulla pista Pantanella. Si oltrepassa una fontana sulla sinistra e si procede in salita. Tenendo sempre la sinistra, dopo 9 km si raggiunge Pian delle Macinare, amena località di villeggiatura con rifugio; nei pressi si trova la sorgente Acqua Passera. Da Pian delle Macinare, prendere il sentiero Nº 2 del Centro Nazionale di Speleologia che coincide con l'E1 e che salendo verso il Monte Cucco, incrocia il sentiero Nº15. Continuando con il Nº 2, si raggiungono le grotte (per informazioni C.N.S. Monte Cucco), mentre il Nº14 sale alla cima di Monte Cucco. L'E1 segue il tracciato del 15 che porta a Fonte Ghiacciata e alla Croce e di nuovo al Nº2, su una carrareccia in discesa fino alla zona di lancio per deltaplani di Pian del Monte. Si segue la strada asfaltata fino a raggiungere Val di Ranco.


Val di Ranco (1082 mt) - Valsorda (1005 mt)

Possibilità di accesso: Val di Ranco (Scheggia),
mezzi propri: SS 3 Flaminia Sigillo, deviazione per Val di Ranco.
mezzi pubblici: linea ferroviaria stazione Fossato di Vico.
Sviluppo: Val di Ranco, 1082 mt. - M. Testagrossa, 1175 mt - M. Patriozzo, 1124 mt - Cima Filetta, 1120 mt - Sasso Grande, 1030 mt - Valico di Fossato, 733 mt - Cime di Mutali, 1100 mt - Coste di M. Maggio, 1171 mt - Rifugio Valsorda, 1005 mt.
Note tecniche:
tempo di percorrenza: andata ore 6; ritorno ore 6
lunghezza tappa: 17 Km
quota massima: M. Testagrossa, 1175 mt
quota minima: Valico di Fossato, 733 mt
Percorso: valutazione: impegnativo;
modi di percorribilità e praticabilità: sci da fondo, alpinismo.
Note caratteristiche: nel bosco di Sasso Grande presenze di coturnici; a Fossato di Vico antica Maestà e vecchio tracciato strada Flaminia; a Cime Mutali ampia vista panoramica sulla piana di Gualdo Tadino e Fossato di Vico; a M. Maggio interessante bosco di latifoglie, prati e pascoli di altitudine; sentiero anello di Giano.
Ristoro e pernottamenti: inizio tappa: Albergo, Bar, Ristorante "Da Tobia" (tel. 075-9177194); Albergo ristorante Cappelloni (tel. 075-9177131); fine tappa: rifugio Comune di Gualdo Tadino (tel. 075-916647); rifugio, bar, ristorante, albergo "Narciso" (tel. 075-913282); campeggio, ristorante Clelia (tel. 075-913261)
Approvvigionamenti di acqua: i Trocchi, dopo Passo Chiaramonte.
Prodotti tipici locali: funghi.
Descrizione:
si prende la carrareccia che porta al ripetitore, quindi si sale fino a M. Testagrossa. Poi si scende al passo dove si attraversa la strada e si prosegue sulle creste di M. Pratiozzo, Cima Filetta, Sasso Grande, attraverso prati e pascoli. Sotto M. Pratiozzo, il sentiero si fa leggermente accidentato per seguire il fianco ripido della montagna. Si sale verso Cima Filetta, quindi si costeggia il versante sinistro, si attraversano dei pascoli e si prosegue, sempre sul versante sinistro, fino a Sasso Grande. Il sentiero, accidentato, scende ripidamente fino a Passo Chiaramonte, entra poi in un bosco di faggi dove si trasforma in mulattiera. Si esce per raggiungere un avvallamento e, dopo averlo superato si prosegue a destra lungo la valle per prendere un sentiero tra i prati. Si prosegue verso destra sul versante sinistro della montagna in direzione di un rifugio da dove ha inizio una carrareccia. Poco prima della costruzione a sinistra della carrareccia, con una deviazione di 100 mt, si raggiunge un fontanile mentre il percorso si addentra in un bosco; uscendo si devono attraversare dei pascoli ed arrivare ad un laghetto poco distante. Si gira sulla sinistra e poi a destra e, salendo, si segue una carrareccia che, dopo aver attraversato una radura, raggiunge una pineta. Si prende a destra, e scendendo attraverso la pineta, si arriva al valico di Fossato. Si attraversa la strada asfaltata che si trova sul valico per seguire la carreggiabile alla destra della Madonnina e si prosegue fino ad un bivio. Poi si prende a sinistra salendo (mentre a destra, con una piccola deviazione, si perviene alla fonte I Trocchi) per 800 mt, quindi si prosegue in piano costeggiando la montagna ed entrando in un bosco di lecci, cerri e faggi. Si prende a sinistra la salita e, all'incrocio con un'altra carrareccia, si gira a destra. Dopo un po' si abbandona la carrareccia per prendere a sinistra un sentiero che sale nei prati fino a raggiungere un'abitazione. Qui, girando a sinistra, si prende una carrareccia che, salendo e costeggiando la montagna, si inoltra in un bosco da cui esce all'incrocio con uno dei tornanti della strada asfaltata proveniente da Fossato. Si percorre questa sulla sinistra per 500 mt circa, e in un tornante, si imbocca a destra una carrareccia che si segue per 1600 mt fino ad un bivio, da dove si prende a destra e si arriva ai prati della valle sotto il M. Cime di Mutali. Si prende un sentiero-mulattiera che sale all'invaso d'acqua della Troscia, da cui si prende una carrareccia che sale in direzione del traliccio dell'energia elettrica. Poco dopo la carrareccia volta a sinistra, continua a salire fino a 1100 mt e si trasforma in mulattiera pianeggiante sui prati a sinistra della montagna. Si inoltra poi in una piccola macchia passando sotto le cime di M. Le Senate, biforcandosi all'entrata di un bosco di faggi. Si prende a sinistra dove prima scende, poi segue un andamento pianeggiante, quindi riprende a salire leggermente. Dopo un po' si esce dal bosco, si attraversa una piccola radura e si entra di nuovo in una piccola macchia; all'uscita il sentiero si trasforma in tratturo poco marcato, attraversa un prato di pianura in direzione 103º est, fino ad incontrare un'ampia mulattiera, che entra, salendo leggermente, in un bosco costeggiando M. Maggio e tornando a mantenere una quota costante, esce in un'ampia radura con vista sulla valle. Proseguendo su una carrareccia al termine di un'ampia curva a destra sotto il M. Maggio, si scopre Valsorda. Scendendo verso la valle, la carrareccia si allarga su strada bianca che diviene asfaltata in prossimità dell'abitato fino a raggiungere il bar-ristorante Clelia, difronte al Rifugio Perugia.


Valsorda (1005 mt) - M. Alago (946 mt)

Possibilità di accesso: Valsorda (Gualdo Tadino);
mezzi propri: Strada comunale Gualdo Tadino-Valsorda km 7,800.
mezzi pubblici: stazione ferroviaria Gualdo Tadino.
Sviluppo: Valsorda, 1005 mt. - Chiesa di Serra Santa, 1348 mt - M. Nero, 1410 mt - M. Penna, 1431 - Pian di Faeto, 1288 mt - Laicelle, 1202 mt - Piaggia del Trivio, 1094 mt - Trivio di Luticchio, 869 mt - Le pratarelle, 1041 mt - Passo del Termine, 865 mt - M. Alago, 946 mt.
Note tecniche:
tempo di percorrenza: andata ore 7; ritorno ore 7
lunghezza tappa: 20 Km
quota massima: M. Penna, 1431 mt
quota minima: Passo del Termine, 865 mt.
Percorso:
valutazione: facile;
modi di percorribilità e praticabilità: sci da fondo, cavallo e bike.
Ristoro e pernottamenti: inizio tappa: rifugio Comune di Gualdo Tadino (tel. 075-916647); rifugio, bar, ristorante, albergo "Narciso" (tel. 075-913282); campeggio, ristorante Clelia (tel. 075-913261).
Fine tappa: bar, ristorante, campeggio "Pian delle Stelle" (tel. 0742-81546/818241); ristorante, taverna "Cinicchia" (tel. 0742-818242)
Approvvigionamenti di acqua: Fontana Volperaia a 1300 mt da passo termine.
Prodotti tipici locali: pappardelle.
Descrizione:
dal rifugio, seguendo la strada asfaltata, non si prosegue a sinistra verso l'albergo, ma si imbocca la strada bianca delimitata da una staccionata. Dopo circa 1000 mt, nei pressi di un'abitazione, si gira a destra su un sentiero ben segnalato che sale, attraverso prati, fino ad una strada bianca. Si costeggiano alcuni faggi allo stato arbustivo e, incontrando una carrareccia, si raggiunge un ampio spazio con magnifica vista sulla valle sottostante; si prende il sentiero, poco evidente, che sale alla chiesa di Serra Santa e si gira a sinistra, sul crinale, fino ad uno slargo da cui di dipartono alcune carrarecce. Si prende quella dietro lo sbarramento con catena, sulla destra e si segue il tracciato di mezza costa fino ad attraversare dei prati. Si supera un lieve dosso e, prendendo la carrareccia che scende sulla destra, si arriva ai prati del Pian delle Vescole. Si inizia a salire sul M. Purello seguendo il sentiero che lambisce la macchia e, dopo 500 mt, trovando nuovamente dei prati e seguendo le creste, si arriva al M. Nero, ove termina l'anello di Giano, sentiero del CAI di Fabriano. Il sentiero, rimanendo sempre in quota, verso sinistra, va ad incontrare una carrareccia ben marcata. Si scende, si attraversano dei prati pianeggianti e si scende di nuovo fino a Pian di Faeto; si prosegue ancora su una carrareccia in discesa ben evidente verso le stalle di Piaggia del Trivio. Proseguendo ancora in ripida discesa e «tagliando» alcuni tornanti della carrareccia, si arriva al Trivio di Luticchio. Si prende poi un sentiero che salendo entra in un bosco e quindi scende fino a prendere una carrareccia; si prosegue sempre dritti evitando la deviazione a sinistra; il tracciato sale, attraversa un fitto bosco, poi dei prati per mantenere un andamento a mezza costa e raggiungere altri prati. Successivamente la carrareccia attraversa un bosco, poi un prato ed inizia a scendere su un fondo pietroso; dopo 200 mt, si attraversano di nuovo dei prati ed un bosco di faggi, roverelle e aceri fino a raggiungere Passo del Termine, all'incrocio con la strada Clementina. Si prosegue dritti e dopo circa 200 mt, ad un incrocio, si prende una mulattiera che sale fino a sorpassare una baracca verde ed arrivare ad una carreggiabile. Si prende a destra e si scende fino ad immettersi, dopo alcuni metri, in una strada asfaltata risalente da destra. Proseguendo dritti, si giunge alla vicina vallata di M. Alago, posto di tappa; da M. Alago é anche possibile imboccare il sentiero denominato V.U.T. (Valle Umbra Trekking) che, con una deviazione ad anello, attraverso i territori di Nocera Umbra, Foligno, Sellano ed altri, si riallaccia al Sentiero E1 alla forca di M. Cavallo.


M. Alago (946 mt) - Colfiorito (760 mt)

Possibilità di accesso: Monte Alago (Nocera Umbra);
mezzi propri: Strada Comunale Nocera Umbra-Monte Alago (9 km).
mezzi pubblici: servizio bus da Nocera Umbra (2 corse giornaliere).
Sviluppo: M. Alago, 946 mt. - Coste di M. Cierecione, 924 mt - Passo Carosina, 855 mt - Bagnara,634 mt - Sorgenti del fiume Topino, 632 mt - Colle Croce, 872 mt - Coste Monte di Annifo, 918 mt - Coderone di Annifo, 856 mt - Fosse di Annifo, 822 mt - Inghiottitoio, 778 mt - Molinaccio, 758 mt - Colfiorito, 760 mt.
Note tecniche:
tempo di percorrenza: andata ore 4; ritorno ore 4,30
lunghezza tappa: 16 Km
quota massima: Coste di M. Cierecione, 924 mt
quota minima: Sorgenti del Topino, 632 mt.
Percorso:
valutazione: facile;
modi di percorribilità e praticabilità: cavallo e bike.
Note caratteristiche: Monte Alago é un'amena località di villeggiatura, nota per i paesaggi alpestri, i panorami, i boschi di latifoglie, meta internazionale di campeggi estivi per scouts. A circa 5 km, in località Schiagni, c'é una sorgente d'acqua detta «del cacciatore» con proprietà terapeutiche. A Bagnara: sorgenti del Fiume Topino; chiesa in stile gotico nota per vicende francescane; specialità al tartufo e amari d'erbe preparati dal locale ristorante. Colle Croce: panorama sull'imponente M. Pennino (1571 mt); Grotte di Sant'Angelo nei pressi di un antico eremitaggio; Annifo: agglomerato di più località (Coderone, Villa, Colle, Fosse) nella cui piana si coltivano pregiate lenticchie. Palude di Colfiorito: zona umida di interesse internazionale (trattato di Ramsar), biotopo naturalistico ricco di specie animali e vegetali.
Ristoro e pernottamenti: inizio tappa: bar, ristorante, campeggio "Pian delle Stelle" (tel. 0742-81546/818241); ristorante, taverna "Cinicchia" (tel. 0742-818242). Fine tappa: Ristorante Albergo «Villa Fiorita» (tel. 0742-681125); Albergo Ristorante «Lieta Sosta» (tel. 0742-681127); Ristorante Pizzeria «Plestina» (tel. 0742-681146).
Approvvigionamenti di acqua: Dopo M. Alago due fontanili - Passo Carosina - Sorgenti del Topino - Colle Croce - Annifo.
Prodotti tipici locali: asparagi, patata rossa di Colfiorito, formaggio pecorino, lenticchie Valverde, fagioli, cicerchie, ceci, fragole di bosco, tartufo nero.
Descrizione:
Dopo essere stati attenti a non imboccare il V.U.T., sentiero di cui si diceva alla fine della tappa precedente, e aver preso la strada asfaltata sulla sinistra, oltrepassata una fontana, si giunge nei pressi di un abbeveratoio. Lasciato l'asfalto, si segue la carrareccia sulla destra in salita che, tenendo sempre la sinistra, attraversa dei prati, si trasforma in sentiero, scende dolcemente, entra in boschi di cerri e di ginepri allo stato arbustivo, e torna infine ad essere carrareccia. Percorsa questa per una cinquantina di metri, all'incrocio con una strada bianca, si gira a destra e ci continua per circa 700 mt, fino all'incrocio con una carreggiabile. Girando a sinistra, si percorre un breve tratto per poi voltare a destra, attraverso dei prati, ed inoltrarsi in un avvallamento. Poco dopo, in prossimità di una fonte situata sulla sinistra, si entra in un bosco di cerri, e si segue per circa 900 mt una ripida carrareccia che va ad incrociare di nuovo la strada bianca. Dopo aver percorso quest'ultima per 400 mt, si gira a sinistra su una carrareccia che, inoltrandosi in un altro bosco di cerri termina in prossimità di una chiesetta all'inizio della località di Bagnara. Scendendo ed attraversando la sottostante strada asfaltata, si segue l'indicazione per Annifo. Poco dopo aver oltrepassato sulla sinistra le sorgenti del fiume Topino, si segue la strada bianca sino nei pressi di un ponte, si prende la carrareccia sulla sinistra che sale seguendo un fosso. Poco dopo, si attraversano dei campi lavorati, si raggiunge una mulattiera che sale ripidamente fino ad incrociare una strada bianca che porta al M. Pennino. Da qui, con una breve deviazione, é possibile raggiungere la Grotta di Sant'Angelo. Si gira destra fino ad un quadrivio e, proseguendo diritto, si giunge all'abitato di Colle Croce. Si attraversa il paese e, prendendo la carrareccia a sinistra del monumento ai caduti, si arriva ad un pianoro. Proseguendo, si costeggia dapprima un terreno arato, si attraversano dei prati, e poi, ai margini di un bosco di cerri, con vista a sinistra sui piani di Colle Croce, si sale dolcemente su una carrareccia ben visibile. Dopo un tratto pianeggiante, all'incrocio con un'altra carrareccia, si prende a scendere sulla sinistra fino ad arrivare ad un bosco misto. Ad un tratto pianeggiante, segue una discesa che porta ad una strada asfaltata nei pressi di Coderone di Annifo; si attraversa la strada e si prende la carrareccia che scende, diventa anche questa asfaltata, attraversa Villa di Annifo, prosegue diritta e, in prossimità del bar tabacchi, scende sulla sinistra, continuando fin o ad un incrocio. Si attraversa la strada e si prosegue diritti fino ad arrivare a Fosse di Annifo. Alla fonte si lascia la strada principale per proseguire dritti attraverso l'abitato ed arrivare ad un sentiero in discesa, che oltrepassa un arco. Tenendo la sinistra, si attraversano dei campi alla destra di un fosso che più avanti viene oltrepassato. Costeggiando dei campi, si incontra una carrareccia in leggera salita e oltrepassando un abbeveratoio sulla destra, si giunge ad un trivio. Si scende leggermente sul sentiero difronte fino a prendere una carrareccia che porta, dopo pochi metri (scendendo sulla sinistra), ad un sentiero erboso che sale fino a dei prati. Il sentiero costeggia un muretto di pietra che scende verso l'inghiottitoio, dopo aver attraversato un ponte. Tutta la zona é interessata ad un evidente fenomeno carsico. Giunti all'inghiottitoio, si prende la carrareccia sui prati in direzione SE, si attraversa un campo seminato e si procede in direzione della pineta che sta difronte. La carrareccia diventa più evidente, supera un piccolo dosso, attraversa un ponte su un fosso e dopo 200 mt, si innesta sulla strada asfaltata che costeggia la palude di Colfiorito. Si gira a sinistra, si oltrepassano il Molinaccio ed un secondo inghiottitoio e si raggiunge un bivio dopo 900 mt circa. Si prende a sinistra e, abbandonando la palude, si giunge all'abitato di Colfiorito.


Colfiorito (760 mt) - Collattoni (1084 mt)

Possibilità di accesso: Colfiorito (Foligno),
mezzi propri: S.S. 77 Val di Chienti, Foligno-Macerata km 24.
mezzi pubblici: servizio bus giornaliero da Foligno, S.S.I.T. (tel. 0742/51573).

Sviluppo: Colfiorito, 760 mt - Plestia, 760 mt - Dignano, 885 mt - M. Tolagna, 1352 mt - Fosso Cipolletta, 1297 mt - M. Cipolletta, 1301 mt - Strada per Collattoni, 1129 mt - Collattoni, 1084 mt.

Note tecniche:
tempo di percorrenza: andata ore 4; ritorno ore 3
lunghezza tappa: 11 Km
quota massima: M. Tolagna, 1352 mt
quota minima: Colfiorito, 760 mt

Percorso:
valutazione: impegnativo;
modi di percorribilità e praticabilità: cavallo, bike e sci da fondo.

Note caratteristiche: Colfiorito (Piani Plestini): resti archeologici della IIª guerra punica; Chiesa di S. Maria di Plestia. Dignano: località montana arroccata su uno sperone roccioso. Taverne: tavola del XV sec. conservata in loc. Le Rote e Grotte di S. Angelo. Tolagna: prati di altitudine.

Ristoro e pernottamenti: inizio tappa: Ristorante Albergo «Villa Fiorita» (tel. 0742-681125); Albergo Ristorante «Lieta Sosta» (tel. 0742-681127); Ristorante Pizzeria «Plestina» (tel. 0742-681146).
Fine tappa: generi alimentari -PTP (tel. 0737-519630); Rifugio Pastori (Tre Termini).
Approvvigionamenti di acqua: Dignano - I Lavaroni.

Prodotti tipici locali: patata rossa di Colfiorito, formaggio pecorino.

Descrizione:
difronte all'ingresso della vecchia caserma di Colfiorito, sulla S.S. 77 Val di Chienti, si prende la strada asfaltata che porta a Visso-Pieve Torina. Dopo 2300 mt all'altezza dell'abitato di Taverne, si gira a destra e si raggiunge Dignano, distante 1400 mt. Si segue la strada asfaltata che, attraversando l'abitato, passa sotto i giardini pubblici e, nei pressi del lavatoio, si prende a destra. Salendo si oltrepassa sulla destra una fontana e si raggiunge una villetta in stile alpino. Si prosegue sulla carrareccia che sale verso M. Castello e, poco prima della cima, si gira a destra su una carrareccia che conduce ad una sella. Si scende fino a Fosso Lavaroni e si segue il sentiero che lo costeggia fino ad incontrare una carreggiabile sotto l'abbeveratoio I Lavaroni. Si prende a sinistra e, dopo 2500 mt, si raggiunge sotto M. Tolagna (Tre Termini) un rifugio dove é possibile pernottare senza scendere a Collattoni. Si imboccano dei prati fino ad incontrare una recinzione con cancello, superato il quale si raggiunge Fosso Cipolletta lungo una carrareccia che scompare attraverso i prati. Si segue il fosso, quindi si gira a destra verso M. Cipolletta e, attraversando prati e «turinaie», si incontra una recinzione che si costeggia per raggiungere, vicini a dei noccioli, una carrareccia. Si scende ripidamente fino alla strada proveniente da San Martino e, girando a sinistra, dopo 1500 mt circa, si raggiunge Collattoni.


Collattoni (1084 mt) - Saccovescio (724 mt)

Possibilità di accesso: Collattoni (Foligno)
mezzi propri: S.P. Colfiorito-Pieve Torina-Visso: al valico prendere la strada bianca a destra.
Sviluppo: Collattoni, 1084 mt. - Valle dell'Orzo, 1371 mt - M. Cavallo, 1499 mt - La Forca, 1190 mt - Pian della Cuna, 1197 mt - Fonte Murata, 1193 mt - Croce, 768 mt - Molini sul Nera, 491 mt - Saccovescio, 724 mt.
Note tecniche:
tempo di percorrenza: andata ore 4; ritorno ore 6
lunghezza tappa: 15 Km
quota massima: M. Cavallo, 1499 mt
quota minima: Molini sul Nera, 491 mt
Percorso:
valutazione: impegnativo;
Modi di percorribilità e praticabilità: cavallo, bike e sci da fondo.
Note caratteristiche: Valle dell'Orzo: prati e pascoli di altitudine con possibilità di avvistamento rapaci. Monte Cavallo: stupendo paesaggio con vista sui Sibillini, Monti della Laga e Gran Sasso d'Italia; romitaggio «La Romita» (a 500 mt da Poggio Martello); rocca e canalone (Riofreddo). Pian della Cuna: antichi abbeveratoi. M. Cedrognola: zona protetta e riserva zoologica dell'Università di Camerino. Croce: tombe rupestri con epigrafe; romitori delle Centelle e dell'eremita. Fematre: resti di castello e parrocchiale con preziosi gruppi lignei. Molini sul Nera: ristorante e troticoltura; nei pressi (Nevale): caratteristico borgo famoso per i suoi intagliatori. Fiume Nera: dà il nome alla suggestiva Valnerina; pittoresche le sue gole nei pressi di Molini. Saccovescio: edifici gentilizi; ara romana decorata (I sec. A.C.); Chiesa del Sacro Cuore; nei pressi (Preci) rinomata località turistica e artistica; castelli e abbazie.
Ristoro e pernottamenti: inizio tappa: generi alimentari -PTP (tel. 0737-519630); Rifugio Pastori (Tre Termini). Fine tappa: spaccio PTP (tel. 0743-99355)
Approvvigionamenti di acqua: F. Sambuco - Bosco di Fematre - F. Murata nei pressi di Colle delle Saliere - I Molini.
Prodotti tipici locali: tartufi neri, prosciutto, mortadella vissana, focaccia.
Descrizione:
circa 2 km prima di Collattoni, sulla strada S. Martino-Collattoni, girando a sinistra si prende la carrareccia che, salendo attraverso i prati della Valle dell'Orzo, fino a 1345 mt, porta a M. Cavallo. Tipica e ricca la fioritura nel periodo estivo. Abbandonando la carrareccia, si segue il sentiero dei prati fino ad un bosco di faggi e cerri. Scendendo sul versante sinistro, si incontra una carrareccia che conduce a fonte Sambuco; si prende sulla destra una carreggiabile che, attraversata la forca, porta ad un sentiero in prossimità di una quercia. Si attraversa prima, una boscaglia di faggi, e poi dei prati che lasciano in vista un fosso sulla destra. Seguendo il sentiero, si oltrepassa un abbeveratoio, si attraversano i prati di Pian della Cuna e, dopo aver passato un altro abbeveratoio, si raggiunge una carrareccia rossa. Camminando alle pendici del M. Cedrognola, dopo circa 700 mt, si incontra una fontana sotto il bosco di Fematre. Si segue la carrareccia che sale fino alle falde del M. Fema, poi si scende seguendo una carrareccia che porta, dopo 300 mt, ad un casolare (Fonte Murata). Si prende a destra una carrareccia che scendendo oltrepassa una fonte quindi nei pressi di un'ampia curva la si abbandona per seguire una mulattiera che ripidamente porta all'abitato di Croce. Si attraversa il paese e si segue una carrareccia che scende fino a raggiungere un torrente in fondo alla valle; si prende a destra una carreggiabile fino ad una sbarra. Poco dopo nei pressi di un cimitero si segue un sentiero a sinistra, su prati prima, a mezza costa poi. Poco dopo nelle immediate vicinanze del ristorante in loc. I Molini, si raggiunge la strada statale per Visso. Si gira poi verso l'impianto di pescicoltura, si attraversa il fiume Nera, e dopo averlo costeggiato per circa 500 mt, si inizia a salire su una carrareccia. Attraversando un bosco di faggi e cerri, si va ad incrociare la strada asfaltata che conduce, girando a destra, a Saccovescio. In questa tappa, all'altezza della forca di M. Cavallo, confluisce il sentiero V.U.T. che, distaccandosi da M. Alago, attraversa i territori di Nocera Umbra, Foligno, Sellano ed altri, chiudendo, a


Saccovescio (724 mt) - Castelluccio (1452 mt)

Possibilità di accesso: Saccovescio (Visso);
mezzi propri: S.S. 209 Terni-Visso, deviazione a I Molini per Saccovescio, a 6 km circa da Visso.
A Castelluccio (Norcia);
mezzi propri: S.P. Norcia Forca-Canapine, 31 km da Norcia.
mezzi Pubblici: servzio bus giornaliero da Norcia S.S.I.T. (tel. 074348347)
Sviluppo: Saccovescio, 724 mt. - Madonna della Neve, 730 mt - Poggio La Fonte, 866 mt - Casale Marinella, 1326 mt - Casale Viola, 1263 mt - M. Lungo, 1242 mt - Colli dell'Acquaro, 1130 mt - Poggio Val Cagora, 1473 mt - Croce di Cardosa, 1407 mt - M. La Bandita, 1563 mt - M. Prata, 1652 mt - Coste di M. Colventoso, 1700 mt - Coste di M. delle Rose, 1800 mt - Castelluccio, 1452 mt.
Note tecniche:
tempo di percorrenza: andata ore 7,30; ritorno ore 6
lunghezza tappa: 22 Km
quota massima: Coste di M. delle Rose, 1800 mt
quota minima: Saccovescio, 724 mt
Percorso:
valutazione: impegnativo all'andata; mediamente difficoltoso al ritorno;
modi di percorribilità e praticabilità: cavallo, bike e sci da fondo.
Note caratteristiche: Casale Marinella: magnifico paesaggio nella Valle di Castel Sant'Angelo (sorgenti del fiume Nera); da M. Moricone vista su Ussita e M. Bove. Casale Viola: a 2500 mt la famosa abbazia benedettina di S. Eutizio (sec. IX) con annesso ristorante. Colli dell'Acquaro: tipica fioritura estiva, sorgenti, strada per Visso (6 km). M. Cardosa: inizio della dorsale secondaria dei Monti Sibillini fino al Monte delle Rose; prati d'altitudine, ampio panorama fino al Gran Sasso D'Italia; presenza aquila reale. M. delle Rose: punto più alto del percorso (1861 mt) con vista sul M. Patino e la forca di Giuda. Val di Canatra: la più bella vallata della Piana di Castelluccio, interessante per la presenza di aceri, sorbi montani e faggete, coturnici, sparvieri e poiane. Castelluccio: case con iscrizioni della storia locale; scuola europea di deltaplanismo. Pian Grande: insieme al Pian Piccolo e al Pian Perduto, costituisce uno dei più grandi bacini carsici d'Italia; grandioso anfiteatro naturale con inghiottitoio; vista sui Sibillini, catena montuosa di miti e leggende.
Ristoro e pernottamenti: inizio tappa: spaccio PTP (tel. 0743-99355) generi alimentari -PTP (tel. 0737-519630); fine tappa: albergo ristorante Sibilla (tel. 0743-870124); taverna Castelluccio (tel. 0743-870100); bar pizzeria alimentari Sceriffo (tel. 0743-870130).
Approvvigionamenti di acqua: Poggio La Fonte; Fonte Casa Viola - a circa 500 mt strada per Torre; Fonte di M. Colventoso; Colli dell'Acquaro.
Prodotti tipici locali: lenticchie di Castelluccio, tartufi neri, formaggio pecorino, ricotta.
Descrizione:
dalla piazzetta di Saccovescio, prendere il vialetto asfaltato di Madonna della Neve fino a raggiungere la chiesetta con fontana che si trova a circa 200 mt. Qui si imbocca la carrareccia sulla destra che sale ripidamente verso Poggio La Fonte. Al bivio, che si trova a circa 400 mt, girare a sinistra. In questo tratto é possibile osservare un panorama che scopre la Valnerina e la località di Saccovescio.
Si continua a salire fino ad oltrepassare l'abbeveratoio di Poggio la Fonte e a costeggiare, tra alberi di acero, una pineta sulla destra. Dopo circa 300 m la carrareccia si fa poco evidente. Si seguono le tracce sui prati di Pian Callaio, fino a raggiungere un abbeveratoio ed una vasca recintata di captazione delle acque. Si seguita a salire fino alla sella, lasciando sulla destra una macchia di faggi. La carrareccia diventa quindi più marcata e attraversa una stretta valle priva di vegetazione. Dopo 600 m, alla sinistra di M. Moricone, la carrareccia scopre la catena dei Monti Sibillini, con la vetta dei M. Bove, e prosegue fino a raggiungere, dopo 500 m, Casale Marinella. Al bivio si gira a destra e, costeggiando sempre M. Moricone, si scende a Casale le Viola, da cui si vedono, sulla sinistra, altri casali tutti intorno. Continuando a scendere, si sorpassa un piccolo incrocio e, dopo circa 200 m, si arriva, in una curva, ad un altro incrocio nei pressi di Sorgente. In caso di necessità si raggiunge Piedivalle (Rist. Abbazia). Si va verso sinistra e dopo 100 m si prende, al successivo incrocio, la direzione di destra che permette di scendere su un leggero avvallamento. Si tiene poi sempre la carrareccia principale che sale leggermente fino ad un ulteriore incrocio, e si prosegue verso la cima di M. Lungo attraversando prati d'altitudine. Dopo 2 km circa si scende su un avvallamento da cui si notano, sulla sinistra, vari casali. Si continua a scendere sino ai Colli dell'Acquaro. All'incrocio, che si trova a circa 300 m, girando a destra, si abbandona la carrareccia principale per raggiungere un pianoro coltivato che si costeggia per circa 300 m in direzione sud, dopo di che si gira a sinistra e si sale. Le tracce sui prati si fanno meno evidenti. Si prosegue fino ad incontrare una carrareccia che sale fino a Poggio Vai Cagora. Da qui si scende, attraverso prati, a Croce di Cardosa, su una carrareccia più marcata. Poi si prende un'altra carrareccia verso destra fino ad arrivare a quota 1437 m. Si scende prima leggermente e poi si sale, incontrando i primi faggi, verso M. La Bandita. Sorpassando un bivio, si entra nella faggeta e si continua a salire in direzione 1450 N, dopo di che, attraverso il leggero saliscendi delle creste antistanti, si raggiunge la cima, su cui la carrareccia incrocia una carreggiabile. Si prosegue, attraverso bei prati d'altitrova a circa 300 m, girando a destra, si abbandona la carrareccia principale per raggiungere un pianoro coltivato che si costeggia per circa 300 m in direzione sud, dopo di che si gira a sinistra e si sale. Le tracce sui prati si fanno meno evidenti. Si prosegue fino ad incontrare una carrareccia che sale fino a Poggio Vai Cagora. Da qui si scende, attraverso prati, a Croce di Cardosa, su una carrareccia più marcata. Poi si prende un'altra carrareccia verso destra fino ad arrivare a quota 1437 m. Si scende prima leggermente e poi si sale, incontrando i primi faggi, verso M. La Bandita. Sorpassando un bivio, si entra nella faggeta e si continua a salire in direzione 1450 N, dopo di che, attraverso il leggero saliscendi delle creste antistanti, si raggiunge la cima, su cui la carrareccia incrocia una carreggiabile. Si prosegue, attraverso bei prati d'alti
tudine, in direzione SE, con alle spalle M. Cardosa, e, all'altezza di M. Prata, abbandonando la direzione delle cime, si prende sulla destra per seguire un andamento a saliscendi. Superato sulla destra M. Prata, la carrareccia continua a scendere fino ad un passo, dove si trova un bivio.
Proseguire diritti sempre in direzione SE. Salendo ripidamente verso M. Coi Ventoso, ad un bivio, si prende a destra una mulattiera che, dopo circa 250 m, porta ad una fonte. Si attraversa una piccola faggeta, quindi si riprendono i prati fino alla sella di M. Coi Ventoso. La carrareccia riprende a scendere leggermente sulla sinistra, per poi salire ripidamente verso destra fino alla prossimità della cima di M. Fausole.
In questo tratto si scoprono sulla sinistra M. Lieto e M. Vettore e sulla destra la Valle di Norcia. Quindi si gira prima a gomito a sinistra scendendo leggermente, poi ancora a gomito sulla destra, seguendo le coste di M. delle Rose da cui si scorge la Vai di Canatra. La carrareccia continua a scendere fino al valico, poi, volgendo a sinistra, va abbandonata per risalire, attraverso i prati e una faggeta tra Coste, Forconi e Poggio di Croce. Dopo 3 km circa di percorso in discesa, con vista panoramica sul poggio di Castelluccio, sul Pian Grande e sul M. Vettore, si raggiunge un bivio. Si prosegue diritti e in 1 km circa, nelle vicinanze di un fontanile, si arriva a
Castelluccio di Norcia.


STATISTICHE, PENSIERI, CITAZIONI, NOTIZIE

UNA STATISTICA

La Grande Escursione Appenninica (GEA), 400 chilometri sul confine tra Toscana ed Emilia Romagna percorribili in 25 tappe con ben 34000 metri di dislivello complessivo.

PENSIERI PER AMMAZZARE IL TEMPO…

Il vero trekking non si fa per conoscere posti incantevoli con cascate che danno vita a perenni arcobaleni, a paesaggi montani o alla penetrante luce del tramonto, ma si parte dalle stupende cascate, dai paesaggi, dalle vallate per avere qualcosa di più di un ricordo o di un impressione: la libertà.
La stessa che abbiamo dalla nascita, ma che ci dimentichiamo di avere, la stessa che è nella speranza di chi non ce l'ha e fa di tutto per averla.
Noi ce l'abbiamo, ma ci sembra così scontato che dobbiamo ricordarcene, e questo ci aiuta molto a migliorare: ci fa comprendere meglio gli altri e conoscere più profondamente noi stessi e ci si rende conto di essere veramente fortunati.

AUTOREVOLI CITAZIONI

"Che ti move, o omo, ad abbandonare le proprie tue abitudini delle città, lasciare li parenti e li amici ed andare in lochi campestri per monti e per valli, se non la naturale bellezza del mondo"
(Leonardo da Vinci).


NOTIZIE

La ditta ANDERSON RESEARCH mi sta inviando altre 96 barrette "Muslifit", 24 barrette "Power Snack" e tanta Acqua Power, integratori

EUNAAPA CONFERENCE - Verona 19-20 giugno 2008



La Facoltà di Scienze Motorie, partner italiano del progetto EUNAAPA (European Network for Action on Ageing and Physical Activity – Rete europea per interventi per la terza età basati sull’attività fisica) ha organizzato il 26 marzo scorso un workshop nazionale sulle politiche strategie per la promozione dell'attività fisica nella popolazione anziana. Tale incontro é stato preparatorio della conferenza europea finale del progetto (EUNAAPA Verona Conference) che si terrà a Verona il prossimo 19-20 giugno 2008.

Description

Action
Promoting health and prevent disease through addressing health determinants across all policies and activities
Area of activity
Integrative approaches on lifestyles and sexual health: Lifestyles

Summary
The project has the general objective to improve the health (physical functioning is considered by us to be subdimension of health), wellbeing and independence of older people throughout Europe by the promotion of evidence-based physical activity (pa) by the foundation of a "European Network for Action on Ageing and Physical Activity” (EUNAAPA). The EUNAAPA would pursue (1) to establish a self-sustaining network to facilitate the promotion of evidence-based physical activity among older people in Europe, (2) to foster an intersectoral approach to the promotion of physical activity by engaging in a dialogue with different policy sectors, (3) to identify evidence-based, cost effective and acceptable ways to promote physical activity, and (4) to facilitate the contribution of European scientists to the development and implementation of evidence-based physical activity promotion policies throughout Europe.

development of an inventory and a critical review of current instruments for physical activity and physical functioning assessment among older people, and a best practice report on assessment instruments for physical activity and physical functioning assessment among older people.
Work package 5 contains the development of an inventory and critical review of current programmes for physical activity and physical activity promotion among older people delivered by health, physical activity and exercise professionals, a best practice report on programmes for physical activity (promotion) among older people, and guidelines for the graded registration, training, certification and continuing professional development of instructors delivering the programmes.

Work package 6 contains one meeting in each nation with relevant policy sectors, providers, professionals and (representatives of) older people on appropriate dissemination and implementation strategies for physical activity promotion programmes for older people, a best practice report on dissemination and implementation strategies, and a documentation of the exchange and collaboration with policy makers, providers, professionals and (representatives of) older people, and on the consultancy activities of EUNAAPA for these groups. Work package 7 will identify funding sources for the EUNAAPA for its sustained existence, and will develop a mechanism/framework to secure existence of the EUNAAPA, and to demonstrate (in order to attract funding) the impact of the EUNAAPA on public agencies, policy makers and professionals.

L'augurio di buon viaggio da una mia grande amica


Hola mi Ito precioso,

Se que a estas horas estarás preparando los ultimos detalles para ir mañana a tu Gran Trek. Se que no tienes tiempo para messenger.
Se que me llevarás contigo en el recuerdo y tu estarás en el mío, por eso solo quiero desearte toda la suerte del mundo, yo te iré siguiendo los pasos en tu blog Guya Trekking y sabré en todo momento donde estás.
Quiero que seas muy felíz en tu viaje y siempre que veas la aurora o el ocaso de una estrella, piensa que te envío todo mi cariño , mi fortaleza y en silencio mi compañía....y un beso grande que conforte tu alma.
Me siento muy orgullosa de ser tu Ita...orgullosa de tu fortaleza, de tu determinación y ese coraje que hace mover montañas a tus pies. Eres un ser humano maravilloso y he tenido la inmensa suerte de encontrar en mi camino. Se que estaremos unidos y que la distancia no existe para nosotros. Se que cuando vuelvas aqui estaré esperando para darte mi abrazo de bienvenido con flores y laureles para mi gran heroe viviente.

Te quiero muchoooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo
manoooooooooooooo Itaaaa

besos besos besos

Lina

Armband


Oggi é venuto Davide, mi ha installato il programma per poter scaricare i dati che il mio Armband registrerà durante il cammino, sono molto più tranquillo ora che ho imparato come gestire la situazione.
Io sono del 47, da ragazzo il computer non esisteva probabilmente neppure come parola, oggi sono un ragazzo come gli altri, so come scaricare sul mio portatile tutto ciò che vorrò e, credo, sarò sempre presente, la sera a raccontarVi la mia avventura.
Ringrazio qui ora e per sempre la SENSORMEDICS ITALIA, che mi sta dando la opportunità di sentirmi utile anche dal punto di vista scientifico oltre che umano.

GRAZIE

Antonio e Teresa


Antonio e Teresa sono rispettivamente cognato e sorella di una mia carissima AMICA,
 Antonio é stato molto male, sta ancora combattendo contro il male per cui
 ADMO
 si da molto da fare...... non voglio nominare quella malattia,
 voglio in questi momenti per me molto intensi e pieni di energia, 
trasmettere a tutti e due un poco della mia forza, del mio ottimismo,
 del mio amore per aiutarli a superare questo momento molto difficile.
Vivono a Pescara e quando io sarò a Barrea probabilmente incontrerò Teresa
 e chissà che Antonio non ce la faccia a vedermi transitare.... 
intanto gli mando un fortissimo abbraccio e gli dico:
 Forza Antonio, il più è fatto.... 
FORZA

ARMBAND



SENSORMEDICS ITALIA s.r.l.



Presentazione del BodyMedia® 
Body Monitoring System 

Il Sistema di Monitoraggio BodyMedia e’ un Holter metabolico che consente di registrare ed analizzare informazioni accurate del dispendio energetico, dell’attività fisica e dello stile di vita in condizioni “free-living” durante la normale vita quotidiana.
Il sistema comprende il SenseWear® Armband, uno strumento comodo e clinicamente validato da indossare sul braccio. L’ Armband registra in continuo una serie di dati fisiologici corporei.
I dati raccolti vengono quindi analizzati, mostrati graficamente e presentati su un referto che
evidenzia chiaramente il dispendio energetico del paziente (calorie bruciate), durata e livello dell’attività fisica, numero di passi, e lo stato sonno/veglia.
Il design sottile dell’ Armband minimizza le interferenze con l’attività giornaliera del paziente. Si può indossare in modo discreto sotto il normale abbigliamento e, a differenza di altri monitors, il paziente lo può portare in modo confortevole durante il sonno, l’esercizio fisico o
semplicemente durante la normale attività quotidiana.
Queste caratteristiche rendono l’Armband ideale per diverse applicazioni cliniche e di ricerca.
Il Sistema di Monitoraggio BodyMedia consente due metodi di raccolta dati dai vostri pazienti. E’ possibile dare un’ Armband, come “holter metabolico” al vostro paziente e poi farvela rendere alla fine del periodo di monitoraggio. L’ Armband memorizza fino a 12 giorni
di dati in continuo che vengono trasferiti ed analizzati utilizzando il software InnerView® o InnerView® Profes-sional. In alternativa, è possibile fornire al paziente una semplice applicazione software (InnerView Retrieve) in modo che possa trasferire il file dati sul suo PC a casa o ufficio e inviarvelo via e-mail.
Un sistema versatile di monitoraggio, clinicamente validato che consente di monitorare l’attività fisica metabolica giornaliera, il metabolismo, lo stile di vita ed altro ancora

Versatile 

Il monitor integra 4 sensori di segnali fisiologici che identificano un ampio range di contesti ed attività rendendolo uno strumento ideale per svariate applicazioni cliniche.

Confortevole 

Il design ergonomico e sottile non interferisce con la normale attività giornaliera come il
lavoro, lo sport o il sonno e può essere indossato sotto gli abiti per periodi più o meno lunghi di tempo. E’ talmente confortevole che il paziente si dimentica di averlo indossato!

Facile da usare 

Progettato per la semplicità d’uso, l’ Armband è facile da indossare e da togliere. Per garantire un uso corretto, si accende quando viene indossato e si spegne quando si toglie, automaticamente. Esamina dati metabolici e lo stile di vita dei tuoi pazienti con i vari software InnerView®
I software InnerView consentono facilmente di trasferire, annotare, analizzare e condividere i dati registrati con la SenseWear Armband. InnerView ® Professional include algoritmi avanzati che processano i dati registrati sul paziente trasformandoli in informazioni di facile utilizzo. Il software permette facilmente di visualizzare i grafici e di stampare il referto. Le funzioni avanzate consentono di personalizzare la frequenza di memorizzazione di ogni canale cosi come il livello di METS che determina differenti livelli di attività, da sedentario a molto intenso.

Economico e Accurato 

Analizzatori metabolici sono molto accurati ma costosi e non adatti per misure a lungo termine. I contapassi e gli accelerometri sono più economici ma non accurati. SenseWear Armband è economico ed accurato.

Analisi rapida dei dati 

In pochi secondi si possono vedere i dati scaricati dall’ Armband sul vostro computer. Si possono selezionare uno specifico periodo di tempo o particolari eventi selezionati dall’intera registrazione, vedere i risultati, visualizzare dettagli e selezionare le informazioni da visualizzare e refertare.
Facile esportazione dei dati InnerView Professional permette di esportare tutti i segnali
registrati e derivati, in un altro software di analisi come Excel o Matlab, per ulteriori analisi di ricerca.
La SenseWear® Armband utilizza 4 sensori di segnali fisiologici
Domicilio e vita quotidiana Studio Medico/reparto ospedaliero
SenseWear

Dispendio Energetico Totale (kcal)
Dispendio Energetico Attivo (kcal)
Dispendio Energetico a Riposo(kcal)
METS
Numero totale dei passi
Durata dell’ attivita’ fisica (PAD)
Temperatura cutanea misura della temperature della superficie cutanea
Calore dissipato misura la frequenza di Risposta galvanica della cute misura l’ impedenza della
pelle che riflette il contenuto idrico cutaneo e la costrizione o dilatazione dei vasi periferici
Ideale per una vasta gamma di applicazioni cliniche e di ricerca

TEST PRESSO LA FACOLTA' DI SCIENZE MOTORIE UNIVERSITA' DI VERONA





Queste foto sono state scattate sul percorso di trekking del Castello di Montorio a Verona il giorno 19/4/2008 da


LUCA PAOLO ARDIGO’


Hanno fatto – in parole povere – dei test del cammino e cioè hanno misurato qual'è il mio massimo dispendio metabolico in condizioni aerobiche (massimo consumo di ossigeno), qual'è il mio costo metabolico (o chilometrico) a diverse velocità sottomassimali (x es. quella ipotizzabile durante il trekking) su tapis roulant, pista di atletica e collina (foto)



MANFREDI SALEMME



preparato per il test da


FRANCESCA NARDELLO



ELETTROSTIMOLAZIONE




L'elettrostimolazione: i parametri di stimolazione

Di fondamentale importanza per la sicurezza, l'efficacia ed il comfort dell'utente SONO I PARAMETRI DI STIMOLAZIONE

I parametri della elettrostimolazione sono:

1) L'impulso
2) La frequenza dell'impulso
3) La durata della contrazione
4) La durata del riposo
5) Il numero di cicli contrazione - riposo attivo (la seduta di allenamento)


1) L'impulso

Per essere efficace lo strumento deve erogare potenti impulsi e per essere sicuro questi impulsi devono avere precise caratteristiche:
a)La forma dell'impulso
b)La purezza della forma
c)L'ampiezza dell'impulso
d)La larghezza dell'impulso

a)La forma dell'impulso può essere di tre tipi:
Ionoforesi o Iontoforesi: impulso continuo o rettangolare, ad alta frequenza, con effetto continuo, dedicato alla veicolazione dei farmaci; impulso rettangolare compensato simmetrico, dedicato all'eccitazione dei motoneuroni e quindi alla stimolazione muscolare.
TENS: impulso transcutaneo selettivo ai nervi periferici di forma rettangolare bifasico modulata e simmetrica.
b)La purezza della forma è una prerogativa essenziale per la sicurezza e l'efficacia della stimolazione. La stimolazione di Perfex è assolutamente innovativa ed imita il segnale elettrico generato dal cervello, al motoneurone. Soltanto con forme pure si possono raggiungere intensità considerevoli (allenanti) tali da essere efficaci preservando la sicurezza ed il comfort dell'utilizzatore.
c)L'ampiezza dell'impulso è l'intensità elettrica che varia da 1 a 120 mA (milliampère). All'aumentare dell'ampiezza aumenta la quantità di fibre reclutate. Gli strumenti permettono un incremento di 1mA alla volta, per ciascun canale d'uscita. Le ampiezze allenanti sono per l'elettrostimolazione muscolare (EMS), a partire da 35 mA. Si sconsigliano gli utilizzi di intensità sopra gli 80 mA, i quali sono fuori dal range ottimale. Sopra gli 80 mA cala il coefficiente d'efficacia e cala la sicurezza ed il comfort. Inoltre è da tenere presente che il lavoro muscolare è di tipo isometrico (l'arto è bloccato) e quindi non necessitano intensità massime con la stimolazione.
d)La larghezza dell'impulso corrisponde alla sua durata ed è espresso in microsecondi. Per una maggiore efficacia e sicurezza la larghezza d'impulso sarà uguale alla cronassia, cioè alla quota d'eccitabilità del neurone muscolare, quindi alla sensibilità del distretto muscolare. La cronassia in campo medico viene definito come il tempo minimo durante il quale deve agire uno stimolo elettrico; è rappresentato da una corrente d'intensità doppia della reobase (potenziale minimo di corrente elettrica necessario per produrre stimolazione di un nervo o di un muscolo), per produrre un eccitamento. Le cronassie variano quindi a secondo del distretto. Per la TENS le cronassie variano a secondo del tipo d'applicazione.

2) La frequenza dell'impulso

La frequenza d'impulso è il numero delle ripetizioni dell'impulso al secondo. Le frequenze espresse in Hz (Hertz) variano per l'impulso rettangolare compensato e simmetrico dedicato stimolazione muscolare, da 1 a 120 Hz e sono preimpostate nei programmi di lavoro (nella fase di contrazione e nella fase di riposo). Con 1Hz avremo quindi un impulso, o scossa elettrica al secondo mentre con 120 Hz avremo 120 impulsi o scosse al secondo. Le scosse a partire dai 9 Hz circa sono veloci a tal punto che viene a realizzarsi un concerto energetico fra le stesse. Il concerto di scosse espresso dalla loro somma (fusione), corrisponde alla contrazione tetanica. Al di sotto dei 9 Hz la fusione non avviene e la frequenza non sarà tetanizzante (allenante). La ricerca ha provato una relazione diretta fra frequenza e tipo di fibra stimolata (lente, intermedie, veloci). Le fibre lente saranno reclutate prevalentemente con frequenze a partire da 10 a 18Hz (fino a 33 Hz); le fibre intermedie saranno prevalentemente reclutate a partire da 20 a 50Hz (fino a 70 Hz), mentre quelle veloci da 70 a 100Hz (fino a 120Hz per la forza esplosiva). Mentre per la TENS, stimolazione elettrica dei nervi periferici, le tecnologie proposte sono due: a frequenza fissa da 10 a 150 Hz, e a frequenze modulate con variazione graduali e automatiche da 10 a 150 Hz.

3) La durata della contrazione (azione tetanica)

Il tempo di contrazione è determinato dal periodo in cui gli impulsi elettrici sono mantenuti ad una stessa frequenza, comunque sopra i 10 Hz. Per comodità l'unità di misura utilizzata è il secondo. La relazione fra la durata di contrazione ed il tipo di lavoro (Forza, Forza Esplosiva, Forza Resistente, Resistenza Aerobica) è stretta, come oramai consolidato nelle moderne teorie di allenamento. Vale la regola che la durata di contrazione è inversamente proporzionale alla frequenza. Quindi la durata di contrazione sarà più breve quanto più elevata sarà la frequenza di lavoro. Es. Frequenze di lavoro da 105 a 120 Hz (Forza esplosiva ) ha tempi di contrazione brevi.

4) La durata del riposo

La durata del riposo è il periodo che intercorre fra una contrazione e l'altra. Tale periodo è strettamente legata alla frequenza di lavoro e quindi alla durata di contrazione. La relazione che intercorre fra la durata di riposo e la frequenza è direttamente proporzionale. Al crescere della frequenza aumenterà la durata di riposo. Nella programmazione sportiva la fase di riposo è attiva. Infatti, durante questa fase, viene erogato un impulso non tetanizzante a bassa frequenza (endorfinica) che varia da 1 a 6 Hz, al fine di aumentare l'afflusso del sangue fra le contrazioni tetaniche. Es. Frequenze di lavoro da 105 a 120 Hz (Forza esplosiva ) ha tempi di riposo lunghi.

5) Il numero di cicli (contrazione-riposo attivo)
La relazione fra le contrazioni ed il riposo forma un'unità o ciclo completo. Per raggiungere il miglioramento della prestazione prescelta è essenziale che l'unità contrazione-riposo attivo venga ripetuta per un numero sufficiente di volte. La quantità di cicli completi consecutivi corrispondono al tempo totale della seduta d'allenamento, espresso in minuti. Esiste una stretta correlazione fra tempo d'allenamento e tipologia di allenamento:
Forza esplosiva: 15/30 minuti.

Il posizionamento degli elettrodi

Il posizionamento degli elettrodi è di fondamentale importanza per l'efficacia della stimolazione: stimolazione muscolare (EMS) e funzionale (FES), oppure stimolazione ai nervi periferici (TENS), oppure stimolazione elettrolipolitica (AL, PEFS). Il sistema di posizionamento per la stimolazione muscolare e funzionale consiste nell'applicazione di elettrodi adesivi direttamente sulla cute, con l'elettrodo positivo posizionato sul punto motore del muscolo, mentre l'elettrodo negativo dello stesso canale è posizionato sull'intersezione muscolotendineo. Con questa metodologia si favorisce il reclutamento del maggior numero possibile di fibre muscolari. Il sistema di posizionamento per la stimolazione ai nervi periferici per i trattamenti del dolore e dell'adiposità distrettuale consiste nell'applicazione degli elettrodi comprendendo l'area di trattamento fra gli elettrodi stessi. Il flusso dell'impulso generato può avere un verso, diretto dalle estremità verso il "cuore" (elettrodo positivo distale, elettrodo negativo prossimale), al fine di favorire il naturale flusso del sistema linfatico ed il ritorno venoso. Altro posizionamento per la terapia del dolore con TENS è dato dal posizionamento dell'elettrodo rosso sul punto dolorante, mentre l'elettrodo nero può essere posizionato lungo il nervo che genera il dolore.

La leggenda di Scilla e Cariddi

SCILLA

Secondo la leggenda Scilla era una bellissima ninfa e di lei si era profondamente innamorato il dio marino Glauco che perciò respinse l'amore di Circe.

La maga, offesa e indispettita, decise di vendicarsi mediante le sue magie: preparò uno strano succo a base di erbe misteriose, si recò presso la sorgente dove Scilla era solita bagnarsi e vi versò la terribile pozione.

Non appena Scilla si bagnò, il suo corpo subì un'orrenda trasformazione: mentre la parte superiore rimase immutata, dalla parte inferiore comparvero sei feroci cani, ciascuno con una orrenda bocca fornita di tre file di denti appuntiti, che latravano in modo impressionante.

Essi erano dotati di lunghissimi colli a forma di serpenti i quali afferravano gli esseri viventi a cui potevano arrivare e li divorava . Diventata così mostruosa, Scilla andò a nascondersi presso lo stretto di Messina in un antro là dove la costa calabra si protende verso la Sicilia. Da lì seminava strage e terrore contro i naviganti che imprudentemente le passavano vicino.

La leggenda racconta che, quando Eracle attraversava l'Italia con il bestiame di Gerione, Scilla divorò alcuni buoi e perciò l'eroe la uccise. Ma il dio Forco che era il padre di Scilla, con l'aiuto di alcuni incantesimi richiamò in vita il mostro.

CARIDDI

Tra le leggende più belle appartenenti al patrimonio culturale dell'antica Messina, la più nota è, senza dubbio, la leggende che ricorda l'esistenza del mostro Cariddi, mitica personificazione di un vortice formato dalle acque dello stretto di Messina.

Cariddi, ninfa mitologica greca , figlia di Poseidone e di Gea (la terra) era tormentata da una grande voracità.

Quando Eracle passò dallo stretto di Messina col l'armento di Gerione (un mostro o gigante fornito di tre teste e tre corpi uniti all'altezza della cintola), essa gli rubò alcuni buoi e li divorò. Per questo fu colpita dal fulmine di Giove, precipitata in mare e trasformata in un mostro.

Il primo a raccontare questo mito fu Omero che lo descrisse in modo così perfetto da farlo sembrare credibile; spiegò anche che Cariddi si trova di fronte a Scilla. Omero racconta che il mostro ingoiava tre volte al giorno un 'enorme quantità d'acqua e poi vomitava trattenendo tutti gli esseri viventi che vi trovava.

Anche Virgilio parla di Cariddi nel suo poema intitolato Eneide.

Dal libro "Santi, Banditi, Re, Fate e ... Odori"