ELETTROSTIMOLAZIONE




L'elettrostimolazione: i parametri di stimolazione

Di fondamentale importanza per la sicurezza, l'efficacia ed il comfort dell'utente SONO I PARAMETRI DI STIMOLAZIONE

I parametri della elettrostimolazione sono:

1) L'impulso
2) La frequenza dell'impulso
3) La durata della contrazione
4) La durata del riposo
5) Il numero di cicli contrazione - riposo attivo (la seduta di allenamento)


1) L'impulso

Per essere efficace lo strumento deve erogare potenti impulsi e per essere sicuro questi impulsi devono avere precise caratteristiche:
a)La forma dell'impulso
b)La purezza della forma
c)L'ampiezza dell'impulso
d)La larghezza dell'impulso

a)La forma dell'impulso può essere di tre tipi:
Ionoforesi o Iontoforesi: impulso continuo o rettangolare, ad alta frequenza, con effetto continuo, dedicato alla veicolazione dei farmaci; impulso rettangolare compensato simmetrico, dedicato all'eccitazione dei motoneuroni e quindi alla stimolazione muscolare.
TENS: impulso transcutaneo selettivo ai nervi periferici di forma rettangolare bifasico modulata e simmetrica.
b)La purezza della forma è una prerogativa essenziale per la sicurezza e l'efficacia della stimolazione. La stimolazione di Perfex è assolutamente innovativa ed imita il segnale elettrico generato dal cervello, al motoneurone. Soltanto con forme pure si possono raggiungere intensità considerevoli (allenanti) tali da essere efficaci preservando la sicurezza ed il comfort dell'utilizzatore.
c)L'ampiezza dell'impulso è l'intensità elettrica che varia da 1 a 120 mA (milliampère). All'aumentare dell'ampiezza aumenta la quantità di fibre reclutate. Gli strumenti permettono un incremento di 1mA alla volta, per ciascun canale d'uscita. Le ampiezze allenanti sono per l'elettrostimolazione muscolare (EMS), a partire da 35 mA. Si sconsigliano gli utilizzi di intensità sopra gli 80 mA, i quali sono fuori dal range ottimale. Sopra gli 80 mA cala il coefficiente d'efficacia e cala la sicurezza ed il comfort. Inoltre è da tenere presente che il lavoro muscolare è di tipo isometrico (l'arto è bloccato) e quindi non necessitano intensità massime con la stimolazione.
d)La larghezza dell'impulso corrisponde alla sua durata ed è espresso in microsecondi. Per una maggiore efficacia e sicurezza la larghezza d'impulso sarà uguale alla cronassia, cioè alla quota d'eccitabilità del neurone muscolare, quindi alla sensibilità del distretto muscolare. La cronassia in campo medico viene definito come il tempo minimo durante il quale deve agire uno stimolo elettrico; è rappresentato da una corrente d'intensità doppia della reobase (potenziale minimo di corrente elettrica necessario per produrre stimolazione di un nervo o di un muscolo), per produrre un eccitamento. Le cronassie variano quindi a secondo del distretto. Per la TENS le cronassie variano a secondo del tipo d'applicazione.

2) La frequenza dell'impulso

La frequenza d'impulso è il numero delle ripetizioni dell'impulso al secondo. Le frequenze espresse in Hz (Hertz) variano per l'impulso rettangolare compensato e simmetrico dedicato stimolazione muscolare, da 1 a 120 Hz e sono preimpostate nei programmi di lavoro (nella fase di contrazione e nella fase di riposo). Con 1Hz avremo quindi un impulso, o scossa elettrica al secondo mentre con 120 Hz avremo 120 impulsi o scosse al secondo. Le scosse a partire dai 9 Hz circa sono veloci a tal punto che viene a realizzarsi un concerto energetico fra le stesse. Il concerto di scosse espresso dalla loro somma (fusione), corrisponde alla contrazione tetanica. Al di sotto dei 9 Hz la fusione non avviene e la frequenza non sarà tetanizzante (allenante). La ricerca ha provato una relazione diretta fra frequenza e tipo di fibra stimolata (lente, intermedie, veloci). Le fibre lente saranno reclutate prevalentemente con frequenze a partire da 10 a 18Hz (fino a 33 Hz); le fibre intermedie saranno prevalentemente reclutate a partire da 20 a 50Hz (fino a 70 Hz), mentre quelle veloci da 70 a 100Hz (fino a 120Hz per la forza esplosiva). Mentre per la TENS, stimolazione elettrica dei nervi periferici, le tecnologie proposte sono due: a frequenza fissa da 10 a 150 Hz, e a frequenze modulate con variazione graduali e automatiche da 10 a 150 Hz.

3) La durata della contrazione (azione tetanica)

Il tempo di contrazione è determinato dal periodo in cui gli impulsi elettrici sono mantenuti ad una stessa frequenza, comunque sopra i 10 Hz. Per comodità l'unità di misura utilizzata è il secondo. La relazione fra la durata di contrazione ed il tipo di lavoro (Forza, Forza Esplosiva, Forza Resistente, Resistenza Aerobica) è stretta, come oramai consolidato nelle moderne teorie di allenamento. Vale la regola che la durata di contrazione è inversamente proporzionale alla frequenza. Quindi la durata di contrazione sarà più breve quanto più elevata sarà la frequenza di lavoro. Es. Frequenze di lavoro da 105 a 120 Hz (Forza esplosiva ) ha tempi di contrazione brevi.

4) La durata del riposo

La durata del riposo è il periodo che intercorre fra una contrazione e l'altra. Tale periodo è strettamente legata alla frequenza di lavoro e quindi alla durata di contrazione. La relazione che intercorre fra la durata di riposo e la frequenza è direttamente proporzionale. Al crescere della frequenza aumenterà la durata di riposo. Nella programmazione sportiva la fase di riposo è attiva. Infatti, durante questa fase, viene erogato un impulso non tetanizzante a bassa frequenza (endorfinica) che varia da 1 a 6 Hz, al fine di aumentare l'afflusso del sangue fra le contrazioni tetaniche. Es. Frequenze di lavoro da 105 a 120 Hz (Forza esplosiva ) ha tempi di riposo lunghi.

5) Il numero di cicli (contrazione-riposo attivo)
La relazione fra le contrazioni ed il riposo forma un'unità o ciclo completo. Per raggiungere il miglioramento della prestazione prescelta è essenziale che l'unità contrazione-riposo attivo venga ripetuta per un numero sufficiente di volte. La quantità di cicli completi consecutivi corrispondono al tempo totale della seduta d'allenamento, espresso in minuti. Esiste una stretta correlazione fra tempo d'allenamento e tipologia di allenamento:
Forza esplosiva: 15/30 minuti.

Il posizionamento degli elettrodi

Il posizionamento degli elettrodi è di fondamentale importanza per l'efficacia della stimolazione: stimolazione muscolare (EMS) e funzionale (FES), oppure stimolazione ai nervi periferici (TENS), oppure stimolazione elettrolipolitica (AL, PEFS). Il sistema di posizionamento per la stimolazione muscolare e funzionale consiste nell'applicazione di elettrodi adesivi direttamente sulla cute, con l'elettrodo positivo posizionato sul punto motore del muscolo, mentre l'elettrodo negativo dello stesso canale è posizionato sull'intersezione muscolotendineo. Con questa metodologia si favorisce il reclutamento del maggior numero possibile di fibre muscolari. Il sistema di posizionamento per la stimolazione ai nervi periferici per i trattamenti del dolore e dell'adiposità distrettuale consiste nell'applicazione degli elettrodi comprendendo l'area di trattamento fra gli elettrodi stessi. Il flusso dell'impulso generato può avere un verso, diretto dalle estremità verso il "cuore" (elettrodo positivo distale, elettrodo negativo prossimale), al fine di favorire il naturale flusso del sistema linfatico ed il ritorno venoso. Altro posizionamento per la terapia del dolore con TENS è dato dal posizionamento dell'elettrodo rosso sul punto dolorante, mentre l'elettrodo nero può essere posizionato lungo il nervo che genera il dolore.

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