RAMACETO



Partenza da Chiavari con direzione Carasco, Borzonasca.

Scendere a Prati di Mezzanego, tornare nella direzione da cui si è arrivati e oltrepassare il ponte sul fiume, sul ponte già appare il simbolo del sentiero 14 ( segno più rosso ).

Si lasciano alle spalle delle villette in costruzione ed arrivati alla Chiesa di Vignolo si sale sulla sinistra una scalinata.

Possiamo concentrarci sul passo perché essendo in fondo ad una valle c’è poco o niente da vedere.

Dopo circa mezz’ora sul monte Castello 572 slm entriamo sul crinale, il panorama decisamente comincia a delinearsi, sul monte delle Groppe 926 slm, a tratti vediamo il versante sud del Ramacelo e la costa che scende verso Marasco.

Quando arriviamo alle pendici del monte Cucco 1049 slm ci troviamo sull’orlo di un grande anfiteatro dove il paesino di Cichero, in fondo al proscenio, fa da protagonista allo scenario che la natura ha costruito in millenni di lavoro.

Il Ramaceto 1345 slm con le sue lunghe braccia protegge questa valle che dall’alto appare idilliaca, fiabesca, se non fosse per le lente volute di fumo che salgono dai camini delle case,

Sul monte Cucco si arriva in un attimo, e tanto velocemente se ne scende notando la croce in metallo con relativa “terra” per lo scarico dei fulmini.

Siamo praticamente sul Ramaceto, anche se non in cima… ci vogliono 2 ore fin qui, 3 e mezzo per arrivare alla Cappelletta e sostare a ricordare…..

Roberto Piombo, un ragazzo bello, aperto, simpatico, pieno di vita, di idee, un ragazzo forte che mai avresti pensato di perdere per sempre, Quando se ne è andato insieme a Franco Calcagno, era il 16 maggio del 92, io ero in ufficio, a Gattorna, lui sul monte Mckinley, in Alaska, mi aveva promesso le foto ed il video per il mio sci club……, per quelle serate sulla montagna che ogni anno organizzavo, all’inizio della stagione.

A quelle serate veniva anche Massimo Vannucci, una lapide sul Ramaceto ricorda anche lui, “caduto” sull’Alpe di Succiso il 26/12/1997.
Di Massimo ricordo che era un buon sciatore, veniva spesso alle gite domenicali e certe volte si fermava allo sci club a studiare nuovi attacchi, nuovi materiali sulle riviste che avevamo.
Era un pignolo, una persona organizzata, che prima di fare un passo ben ponderava…

Ecco io qui sul Ramaceto ci vado per loro, a sognare, come è scritto sulla lapide che dice:

QUI ABBIAMO SOGNATO DI CIME FANTASTICHE.
AMICO FERMATI PER UN ATTIMO
A SOGNARE CON NOI




Tornando al percorso, dalla cappelletta si può prendere il sentiero 13 ( due palline rosse ) che porta a S.Colombano Certenoli, il sentiero 12 ( un quadrato ) che porta a Pian dei Ratti.

Noi abbiamo proseguito lungo l’Alta Via, verso nord raggiungendo passo Ventarella, monte Rondanara 1041 slm, monte Roncazi dove c’è un rudere e da qui, visto che erano già le 16 siamo scesi verso Parazzuolo lungo il sentiero 87 ( due quadrati gialli ) che si ricongiunge al sentiero 88 ( due cerchi gialli ).

Sulla provinciale abbiamo trovato SEMPRE APERTO il bar-alimentari gestito da oltre 50 anni da CELLA MARIA, al caldo della stufa abbiamo aspettato l’autobus delle 17,19 che ci ha riportati a Chiavari,

Le foto che ho messo sono vecchie perché avevo le batterie della macchina digitale scariche, sul Ramaceto abbiamo trovato la prima neve, uno o due centimetri, fastidiosa perché ghiacciata ma bella, bella e pulita, che sulle foglie secche dei faggi accumulate dal vento faceva dell’insieme uno scenario incredibilmente bello.

Ho sempre parlato al plurale, i noi eravamo io, Manfredi ed il mio vero amico ZAC

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