MAGIE D'AUTUNNO SULL'ALTA VIA DEI MONTI LIGURI
Edito da Sillylamb, amica mia
http://blog.libero.it/sillylamb/
Eccomi di ritorno dopo 4 bellissimi giorni sull'Alta via dei monti Liguri. Emozioni davvero indimenticabili per gli incredibili colori dell'autunno, per i panorami splendidi e per la gentilezza delle persone incontrate.
Come arrivare: l'Alta via parte da ventimiglia, comodamente raggiungibile in treno
Quando andare: L’itinerario è percorribile da fine marzo a fine novembre, ma vista la scarsità d'ombra sconsiglio di intraprenderlo durante il periodo più caldo. Inoltre a detta della gente del luogo, pare che il periodo migliore sia proprio l'autunno per le incredibili colorazioni che assumono i boschi.
Bibliografia, cartografia, segnaletica: Esistono diversi libri sull'argomento, particolare ho trovato carino "Le alte vie della Liguria", Parodi autore e editore che però lo propone in senso inverso rispetto a quello da me percorso. In ogni caso io mi sono munita della cartina IGC14 e ho utilizzato il sito internet dell'Alta via, anche perchè questa è segnata molto bene (bandierine bianco/rosse)
Il trekking: L'intero percorso comprende 38 tappe percorribili da un escursionista allenato in circa 20 giorni; esistono poi numerosi sentieri di raccordo più o meno segnati che permettono di interromperlo in più punti collegandolo con località servite da mezzi pubblici.
Primo giorno: da Ventimiglia a Dolceacqua
Tempo di percorrenza 3h30
Difficoltà E
Dislivello 650m circa
Acqua lungo il percorso: no
Itinerario: Si parte dalla stazione di Ventimiglia dove si svolta a sinistra per superare la ferrovia grazie a un ponte. Si prosegue quindi dritto, prendendo poi a sinistra v. S. Giacomo. Ben presto la strada diviene cementata e poi sterrata per terminare nei pressi della cappelletta di S. Giacomo (269m; 30'). Si continua su asfalto tra villette per poi imboccare una sterrata che sale verso il Monte Fontane di cui percorre il versante ovest in leggera discesa. Si attarversa quindi una strada asfaltata nei pressi di Ciaixe e si passa vicino alla chiesa della Madonna della neve (354m). Al bivio tenere la destra tagliando a mezzacosta il versante ovest del monte baraccone. Si passa nei pressi dei calanchi di Terre Bianche dove si attraversa nuovamente una strada asfaltata. Quindi tra i vigneti si raggiunge il passo della Colla (433m; 2h15). Qui si scende lungo l'asfalto per poi imboccare una strada cementata a destra (indicazioni per la casa del nocciolo). Questa scende tra villetti e oliveti fino a incontrare nuovamente la carrozzabile che si segue per alcune centinaia di metri verso destra. Quindi, nei pressi di una casa isolata, si trova un sentiero poco evidente che conduce all'antico monastero agostiniano oggi in rovina. Qui il tracciato diviene un'evidente mulattiera che termina nei pressi di Dolceacqua (157m).
mangiare e dormire: a Dolceaqua esistono diverse possibilità di alloggi. Noi abbiamo scelto l'agriturismo U Fundu: ottima la cena nel ristorante, molto curata la camera; 50$ a testa la mezza pensione; 0184-206784, 333-8809870
Secondo giorno: da Dolceacqua a Gola di Gouta
Tempo di percorrenza 6h
Difficoltà E (notevole sviluppo)
Dislivello 1000m circa
Acqua lungo il percorso: no (abbiamo incontrato alcune fontane, ma erano tutte secche)
Itinerario: Da Dolceacqua si risale alla Colla lungo l'itinerario del giorno precedente (1h; esiste anche un altro sentiero che passa dalla chiesa di S. Bernardo, ma pare sia poco segnato) dove si riprende l'altavia. Tra vegetazione mediterranea si supera il Monte Erisetta scendendo al passo del cane (596m) dove si incontra una strada militare. Si prosegue lungamente su questa ignorando i vari bivi e aggirando il versante est del monte Abellio fino a giungere a Colla Sgora (1063m; 2h30; qui finisce la tappa numero 2 dell'altavia: nei pressi si trova un rifugio chiuso e il bivacco Testa d'Alpe) dove si può scegliere se proseguire lungo la variante alta o quella bassa. Vista l'ora e la nostra meta, abbiamo optato per la variante bassa. Si continua quindi lungo la strada lungo la quale si incontrano diverse opere militari (casermette, gallerie, fontane) tra splendidi boschi fino a Margherita dei boschi (1101m) dove si ritrova l'asfalto. Si continua su questo in salita per circa 1,5km fino a Gola di Gouta (1213m).
Mangiare e dormire: a Gola di Gouta si trova l'omonima locanda. Questa offre camere con letti a castello e una buona cena per 50$ a testa; 0184-241068.
Terzo giorno: da Gola di Gouta a Colle Melosa
Tempo di percorrenza 5h45
Difficoltà E/EE (la salita al Toraggio richiede di superare alcune facili roccette; il sentiero degli alpini, sebbene sempre molto ampio, presenta tratti esposti; sono inoltre presenti alcune corde fisse utili solo in caso di neve o ghiaccio)
Dislivello 900m circa
Acqua lungo il percorso: sorgente lungo il sentiero degli alpini
Itinerario: Si prende la sterrata che sale a monte del ristorante e che in breve conduce a Colle Scarassan (1224m; 20'). Qui si ritrovano i segnavia dell'altavia e l'ampia strada porta al passo del Muratone (1174m; 15'; vi si trova un rifugio chiuso: è di proprietà del comune di Pigna e per avere le chiavi e prenotazioni si può provare a chiamare il 338-2231766). La sterrata diventa poi un sentiero che conduce al Colle Corvo (1404m). Da qui si continua a mezza costa, fino a un bivio per Buggio che si lascia sulla destra. ora il tracciato inizia a salire più decisamnete attraversando con tornanti i pascoli alti del Torraggio fino al Passo di Fonte Dragurina al confine con la Francia (1810m; 2h10). Seguendo dei bolli rossi sulla destra, si risale l'ampia spalla erbosa prima di affrontare le facili roccette che portano in vetta (1973m; 15'). Ridiscesi al passo, si può segliere se continuare lungo il versante occidentale o raggiungere il sentiero degli Alpini tramite una traccia in quota, come abbiamo fatto noi. Si passa quindi a monte di una formazione rocciosa e si scende sull'ampia mulattiera. Questa segue lungamente le rughe della montagna in valloni aspri e selvaggi con passaggi arditi scavati nella roccia. Poi il peasaggio torna a farsi più dolce e il sentiero si immerge in un bosco di larici. A un bivio, lasciare sulla sinistra il sentiero che sale al passo della Valletta e seguire il tracciato di destra che in breve conduce sulla sterrata che scende al colle Melosa.
mangiare e dormire: qui si trova il rifugio Allavena, di proprietà del Cai di Bordighera. E' aperto tutto l'anno e fornisce 70 posti letto e servizio di alberghetto; 0184-241155.
Quarto giorno: da Colle Melosa a Triora
Tempo di percorrenza 2h30
Difficoltà E
Dislivello tappa interamente in discesa
Acqua lungo il percorso: no
Note: La nostra avventura volgeva quindi al termine. Per l'ultimo giorno abbiamo abbandonato l'Altavia per scendere a Triora, il paese delle streghe, lungo un sentiero ben segnato. Da qui bus per Arma di Taggia e treno per Milano.
Itinerario: Dal Colle si scende lungo la strada asfaltata per circa 2,5km. In corrispondenza di un'area picnic si prende a sinistra un sentiero che segue tutta la conca con ampio giro nel bel bosco (fate attenzione la domenica: nella zona è permessa la caccia al cinghiale). Si scende quindi alle case di Goeto (1010m; 1h30). Si prosegue sempre in discesa immersi in un castagneto fino a incontrare l'asfalto. Lo si imbocca verso sinistra e, superati un paio di tornanti, si attraversa l'alto ponte sull'Argentina raggiungando le case di Lorato (649m; 30'). Il tracciato ora segue l'antica mulattiera: attraversato il paese, prosegue a mezzacosta con alcuni saliscendi fino a Triora (776m)
Inviato da: sillylamb
ESPERIENZE AUTUNNALI DI SILLY
Etichette: manfredi salemme, natura, sport estremo
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento