LETTERA AGLI SPONSORS


Cogorno, Novembre 2007



Mi chiamo Manfredi Salemme, sono nato a Portovenere (SP) il 10/07/1947, risiedo in Cogorno (GE) via F.Cogorno, 30 - Tel 0185 381363, sono pensionato.
Ho per anni praticato il nuoto di fondo, ma quasi mai per competizione, lo sci alpino amando avventurarmi in posti nuovi, alla scoperta di panorami ed emozioni.

Nel 2005, casualmente, ho scoperto che nella zona dove risiedo passa il sentiero dell’Alta Via dei Monti Liguri, un giorno sono partito e ho provato sulla pelle e dentro di me emozioni nuove, impensabili, è stato come ricaricarsi.

Sono partito da Ventimiglia e percorrendo il sentiero dell’Alta Via, non senza fatica sono arrivato ai Casoni di Suvero (SP), in 17 giorni, percorrendo oltre 400 km.

Ora sono di fronte ad un progetto, forse, più grande di me: duemila chilometri attraverso l’Italia lungo la dorsale appenninica, fare a nuoto lo stretto di Messina e seguendo lo spartiacque dei Peloritani, Nebrodi e Madonie arrivare ad Erice (TP).
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Seguirò il sentiero GEA, il sentiero Europeo E/1, il Sentiero Italia. Ho studiato l’esperienza del CAI con l’ANA riguardo a Camminaitalia 99, ho preso contatti con un’associazione onlus calabrese che mi darà assistenza lungo la Calabria e la Sicilia, la Federazione Italiana Escursionisti del Lazio mi sta dando un valido aiuto per la progettazione dell’attraversamento della loro regione e della Campania.

Sto pianificando le soste prendendo contatti con strutture ricettive, ho diversi nuovi amici, trovati in rete che mi accompagneranno per brevi tappe lungo il percorso.
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Sono abbastanza avanti con la programmazione, con la cartografia necessaria all’orientamento, sono adeguatamente motivato e dal mese di settembre mi sto allenando sui sentieri dell' Appennino Ligure e Piacentino.

Mi rivolgo a Voi per chiedere un piccolo sostegno economico al fine di poter affrontare questa mia impresa, spese di pernottamento e ristorazione che ho preventivato in 15 su circa 60 giorni di marcia, più il viaggio di ritorno per via aerea.

Inoltre, ho necessità di invitare le testate giornalistiche dei maggiori quotidiani in conferenze stampa per divulgare la mia impresa.
Io non amo apparire e sarò solo, felicemente e… tremendamente solo, avrò con me solamente il telefono cellulare, l’energia e la passione, ebbene sapere che qualcuno ha avuto fiducia nelle mie capacità, mi darà la forza di proseguire per non deludere le attese.

Faccio questo viaggio per dimostrare, specialmente ai più giovani, che sia possibile, con la volontà, esaudire anche i sogni più fantasiosi.

Lungo il cammino, porterò con me, simbolicamente, il logo dell’A.D.M.O., Associazione Donatori Midollo Osseo, Ente in cui credo ed a cui ho negli anni trascorsi, sempre dato sostegno
ed I.N.So.Ri.M. onlus calabrese molto attiva per il sostegno alla ricerca medica.


Certo di un Vostro interessamento, porgo i miei più sinceri saluti.


Manfredi Salemme

Potete visitare i siti:

www.carismaitalia.net

www.guyatrekking-manfred.blogspot.com

www.montagneazzurre.info



Ritengo di poter essere contattato, al termine del trekking, da testate giornalistiche e televisive, la documentazione fotografica, epistolare e video, sarà curata da Carisma Italia produzioni TV, con sede a Lavagna.

Potete contattarmi su:

masalemme@tele2.it

masalemme@libero.it

tlc@carismaitalia.net

I VOSTRI VERSAMENTI DEVONO ESSERE INDIRIZZATI A :

ADMO LIGURIA ONLUS

Ente con pers. giuridica reg. n° 834 trib. Genova
Via Maddaloni, 1/8-16129 Genova
tel. 010 541784 - fax 010 585031 - e-mail: admoliguria@admo.it
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c/c banca n° 2369118/87 CRT ag. n°1 Genova ABI 6320 CAB 1401

E' IMPORTANTE INSERIRE LA CAUSALE " GUYA TREKKING "

ADMO Liguria Onlus rilascerà, quando richiesta, opportuna ricevuta sulla base della legge n.80 del 14/05/2005 che prevede:

1) La deducibilità per le persone fisiche e per le Società ed Enti soggetti ad IRES fino al 10% del reddito imponibile nel limite di € 70.000

2) La detraibilità della donazione dall'imposta lorda a carico del contribuente del 19%


Grazie

Manfredi Salemme

RESIDENCE FLORIMONTANE - HAUTE-SAVOIE



Antoine et Nadine Desvallèes

Résidence de tourisme équipée de l'Internet Wi-fi, située dans le Village d'Echarvines à Talloires, Haute-Savoie
Chambres, Studios, Appartements meublés à louer à la nuité, à la semaine ou au mois. Ouvert toute l'année.

Residence Florimontane Talloires Lac Annecy

A 9 km du centre d' Annecy, sur la commune de Talloires sur la rive Est du Lac Annecy, la résidence Florimontane propose : 10 studios et appartements aménagés pour 1 à 8 personnes

Au rez de chaussée : Réception, accueil, bar, salle des petits-déjeuners, salon, wc, laverie, service Internet wi-fi dans la résidence, terrasse ensoleillée. (orientée sud-est) avec vue sur les Dents de Lanfon et sur le site de parapente de Planfait.

En étages, les appartements sont spacieux (2 ou 3 pièces) et lumineux. Il sont tous équipés d'une chambre séparée avec 2 lits, d'une cuisine équipée (lave-vaisselle, four micro-ondes, plaques électriques, hotte) d'une salle de bain avec bain , douche et sèche-cheveux. TV satellite dans tous les appartements.

Grand parking privé. Le Golf du Lac d' Annecy se trouve à 200 mètres de la Résidence, à 400 mètres du site de parapente de Planfait et à 100 mètres des sentiers de randonnées de la Réserve naturelle du Roc de Chère.


Randonnées ( Trekking )

Possibilités de ballades à proximité :

Réserve naturelle du Roc de Chère (4 circuits balisés), Réserve naturelle du bout du lac (Doussard), Route forestière (plateau de Saint Germain (Commune de Talloires), Eglise et plateau de Saint-Germain, Planfait, Chateau de Menthon Saint-Bernard, Ramponnet.

M/Y SHYRAGA... LA PIU' BELLA BARCA DEL MONDO

Targa
Bepi-Manfred-Marin
di poppa
in navigazione
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Shyraga è un classico motoryacht anni '50, lungo ventinove metri f.t., con un baglio di sei e una stazza di circa 122 tons; le linee sono armoniose, proporzionate, con una caratteristica poppa a canoa e portano la firma di Laurent Giles. Il progettista inglese, conosciuto all'epoca soprattutto per le sue innovative barche a vela, interpretò al meglio la richiesta del committente italiano per un scafo elegante, robusto e dalle buone qualità marine, tanto che a seguito del varo di Shyraga nel 1954 ebbe un notevole aumento di comande simili, tutte per grandi motor yacht.

E R I C E






Erice (Eryx) (Èrici o U Munti in siciliano) è un comune di 28.880 abitanti della provincia di Trapani, sull'omonimo Monte. Erice era anche il nome di un personaggio mitologico ucciso da Ercole.

Cuore del comune è il capoluogo che sorge sull'omonimo "monte". Fino agli anni '30 si chiamava Monte San Giuliano. Un tempo era uno dei comuni più estesi della Sicilia, comprendeva infatti territori assai distanti dal capoluogo: Valderice, Custonaci, Buseto Palizzolo e San Vito Lo Capo. Diverse le frazioni che completano il territorio, alle falde della montagna madre (Casa Santa, Roccaforte, Rigaletta, Tangi, Ballata, Napola, Pizzolungo, ecc.) A Erice Vetta sono rimasti solo un migliaio di residenti, che si decuplicano nel periodo estivo. Artigianato caratteristico: ceramica. Dolce tipico: Genovese alla crema, dolce di pastafrolla con zucchero a velo sulla parte superiore(possibilità di gustare anche la variante con ricotta) e "Mustaccioli", antichi biscotti fatti nei conventi di clausura.
Dal 2005 il capoluogo è collegato alla valle da una moderna cabinovia.
Storia e origini

Secondo Tucidide, fu fondata dagli esuli troiani, che fuggendo nel Mar Mediterraneo avrebbero trovato il posto ideale per insediarvisi; sempre secondo la leggenda, i Troiani avrebbero poi dato vita al popolo degli Elimi.
Virgilio la cita nell'Eneide, con Enea che la tocca due volte: la prima per la morte del padre Anchise, un anno dopo per i giochi in suo onore. Virgilio nel canto V racconta che in un'epoca ancora più remota vi campeggia Ercole stesso nella famosa lotta col gigante Erice, precisamente nel luogo dove poi si sfidarono al cesto il giovane e presuntuoso Darete e l'anziano Entello.
In antico, insieme a Segesta, che parrebbe di fondazione coeva, era la città più importante degli Elimi, in particolare era il centro in cui si celebravano i riti religiosi.
Durante la prima guerra punica, il generale cartaginese Amilcare ne dispose la fortificazione, e di qui difese Lilibeo. In seguito trasferì parte degli ericini per la fondazione di Drepanon, l'odierna Trapani.
I Romani vi veneravano la "Venere Ericina", la prima dea della mitologia romana a somiglianza della greca Afrodite.
Dal 1963 è sede del Centro di cultura scientifica Ettore Majorana, dedicato agli studi scientifici, istituito per iniziativa del professor Antonino Zichichi.
Nel 1990, a seguito della prima edizione dell'"Atelier Internazionale di Gastronomia Molecolare", di cui da allora regolarmente si tengono convegni annuali, si ebbe il formale riconoscimento della disciplina della gastronomia molecolare.



ERICE

Erice – about 32,000 inhabitants – occupies a memorably beautiful site. Developed as a
Phoenician and Hellenistic town, it sits at a height of 751m, perched on the mountain of the same
name, covering a triangular plateau with a glorious view over the sea. Enclosed within defensible bastions and walls, the town is a veritable labyrinth of little cobbled streets and passages wide enough to accommodate one person at a time.
The houses, packed one upon another, each have their own charming, carefully-tended, inner courtyard that can be guarded from the gaze of neighbours or passing gentry, and so allows family life to take its daily course in absolute privacy.
In Antiquity, Erice was famous for its temple where in succession, the Phoenicians worshipped Astarte, the Greeks venerated Aphrodite and the Romans celebrated Venus. Mount Eryx served as a point of reference for sailors, who, in time, adopted Venus as their protector. At night, a large fire would be lit within the sacred precinct and used as a guiding beacon. Venus Erycina became so famous that a temple was dedicated to her in Rome, meanwhile, her cult spread throughout the Mediterranean.
Erice, like Janus, is two faced: there is the bright, sunny face that smiles during the long hot summer days, when light floods its tiny streets and distant views extend over the valley and far out to sea; there is also the mask of winter when, shrouded in mist, the town seems to hark back to its mythical origins, leaving the visitor with a feeling of unease and the impression of a place removed from time and reality. Enveloped by its medieval atmosphere, cool mountain air, beautiful pine woods, pervading silence, combined with its rich local craft traditions, make Erice a highly popular destination for tourists.

Between myth and legend – The history of Erice is lost among local folklore and superstition. The name is the one given by Eryx, the mythical hero and king of the Elimi, to the mountain upon which the temple to his mother, Venus Erycina (later associated with the cult of Aphrodite), was built. The origins of the town are also linked with Aeneas, who also had a claim on the Elimian king’s mother. In Virgil’s narrative, Aeneas came ashore at the foot of the mountain to perform the funeral of his father Anchises. Having lost several ships in a fire, he was forced to abandon there a number of his companions, who set about founding the town.

Another major mythological figure associated with Erice is Heracles. The hero is alleged to have landed in this part of Sicily on his way back to Greece, having stolen the cattle of Geryon (one of the legendary Twelve Labours); during his stay he was forced to kill the Elimian king after he tried to steal the cattle from him. Notwithstanding this, Heracles decided to leave the rule of the kingdom in the hands of the Elimi, with the warning that one of his descendants, Dorieus, would later take over as ruler.

A leap into the past
Sweet dreams – Those wishing to experience the pleasure of sleeping in a historical building can do so at Baglio Santa Croce, in Valederice just below Erice, a 17C farmhouse that has been transformed into a hotel, but yet retaining its original fabric. Peace and seclusion are assured by the fine terraced gardens.

Access – Both the two roads that wind up to the town afford superb views across the plain and out to sea (the one on the north side, overlooking Monte Cofano, is easier). The little town takes the shape of a perfect equilateral triangle, whose symbolism has provoked mystery and endless argument: hemmed in by the Castello di Venere (south-eastern axis) and the Chiesa Madre (south-western side). Exactly in the centre of the triangle is the Church of St. Peter with its adjacent monastery that now houses the E. Majorana Centre for Culture and Science. An intricate maze of
narrow streets, each cobbled with rectangular stones, provides unexpected glimpses of churches and monasteries, of which there are over 60, scattered through the town. It is advisable to park at Porta Trapani.

Chiesa Matrice – The town’s main church is situated near Porta di Trapani, one of the entrances to the town. Built in the 14C, principally using stone from the Temple of Venus, its massive form and merlon-topped walls suggest it was intended as a church-fortress. The façade is graced with a fine rose-window (replicating the original), that is now partly concealed by the Gothic porch that was added a century later. Inside, fashioned in Neo-Gothic, sits a fine marble altarpiece from the Renaissance.
Bell-tower – The lonely tower to the left of the church was originally intended as a watchtower. The first level has simple narrow slits, while the upper section is graced with fine two-light Chiaramonte-style windows. The top is crenellated with Ghibelline merlons.

Museo Cordici – Accommodated inside the town hall is the local museum which collects together various archeological finds, statuary and paintings. Notable exhibits include Antonello Gagini’s sculpture of the Annunciation (1525) and, on the first floor, beyond the library containing manuscripts and early books, a small marble head of a woman, modelled on a Greek original.
A little further along, on the right of the piazza, is Via Cordici which leads into the picturesque Piazza San Domenico, lined on one side by a street of the same name and on the other by elegant palazzi.

Giardino del Ballo – The lovely public gardens are arranged around the Castello di Venere and the Torri di Ballo which were built by the Normans as a forward defence for the castle. The towers and gardens are named after the Norman governor (Baiulo) who once lived on this site. The glorious view embraces Monte Cofano, Trapani, the Egadi Islands and, on a particularly clear day, Pantelleria and, possibly, Cap Bon some 170km away in Tunisia.

Castello di Venere – The 12C Venus’ Castle is appended to the very tip of the mountain, looking out over the sea and the plain below; although the present building is Norman, the site itself has a more ancient history. Indeed, it was once occupied by a temple dedicated to Venus Erycina, who became completely associated with Aphrodite especially after a temple was dedicated to her in Rome (217 BC) when she gained popularity. By the time the Normans were in occupation the temple was in ruins, and so it was decided that the area should be cleared to make way for a fortress surrounded by great walls: the complex was designed to exploit the strategic nature of the site and have the added protection of forward defences in the form of towers (Torri del Ballo) that would
once have been accessible from the castle by a drawbridge. Its defensibility was further emphasised by the machicolations above the entrance; note the coat of arms of Charles V of Spain and the rather attractive two-light window. This provides a perfect viewpoint from which to survey Trapani and the Egadi lslands to the southwest and, to the north, the towers, the Pepoli turret (down below), San Giovanni, Monte Cofano, the coast around Bonagia and, if the weather is fine, the island of Ustica.

Elimo-punic Walls – A mighty wall was built by the Elimini (8C-6C BC) around the north-eastern flank of the town – the only section open to possible attack. Massive blocks characterise the lowest and most ancient stone courses which were built up through successive ages with smaller components. The skyline was punctuated with lookout towers, steep stairways provided access to the chemin-de-ronde, while small openings allowed residents to come and go freely and for supplies to be imported. The best-preserved stretch of walls runs along Via dell’Addolorata, from Porta Carmine to Porta Spada.

Santa Orsola – This church, built in 1413, preserves its original Gothic rib vaulting down the nave. It is here that the 18C Mystery figures are kept when not being processed around the town on Good Friday before the Easter celebrations.

Quartiere Spagnolo – From the top of the so-calted Spanish Quarter building, initiated in the 17C but never completed, there is a marvellous view over the bay of Monte Cofano and the area beyond, and down towards the tuna fishery at Bonagìa.

IN THE VICINITY

Tonnara dl Bonagìa – Approx 13km to the north. Drive down to Valderice and continue towards Tonnara (from the main Valderice road, turn left at the super-market). At Bonagìa, follow signs for the Tonnara (tuna fishery) while looking out for its distinctive tower. The tuna fishery, set up in the 17C, was once a simple self-contained village: clustered around a large central courtyard were the fishermens houses, facilities for cleaning and processing the tuna, the boathouse (now a conference centre, although two examples of fishing-boats remain) and a small chapel where the tuna fishermen used to assemble before going out to sea. The Saracen tower, intended for use in defending the place, now houses the Museo della Tonnara, a small museum displaying the tools and equipment required in building and repairing boats, fishing and the initial stages implemented in sorting and processing the fish. On the second floor, a scale model shows the long corridors of
net that the tuna must enter before reaching the last chamber made of very strong twine, known as the camera della morte (death chamber). It was here that the cruel mattanza (the kill or slaughter) took place. Today, the tuna fishery accommodates a large hotel complex.

Assessore alla Cultura Comune di Erice




I piccoli passi, a volte non si notano, sono tuttavia indispensabili per poter costruire, elaborare, programmare.

Oggi ne ho fatto uno, ho preso contatto con MARRONE Dr. Daniela, l'Assessore di cui sopra......

Cultura è viaggiare, conoscere, far conoscere, tramandare......

Anche il trekking è cultura..... il complesso degli esercizi ginnici che, metodicamente eseguiti, permettono di mantenere il corpo in uno stato di salute armonico........., l' osservazione degli eventi naturali, il contatto con le forme animali e vegetali, la conoscenza del territorio, lo studio degli usi e costumi di una popolazione per meglio comprenderli.

In ogni modo il contatto c'è stato, più avanti aggiornerò questo sito con le più belle immagini di ERICE, della parte della Sicilia che più conosco e più amo

PIETRO PILLER COTTRER nuovo socio di ADMO

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La famiglia dell'Admo, l'associazione dei donatori di midollo osseo, ha un nuovo socio speciale, un campione olimpico: Pietro Piller Cottrer. Il fondista sappadino, un titolo iridato e tre medaglie olimpiche (due delle quali conquistate alle recenti Olimpiadi di Torino) si unisce ai diversi sportivi donatori e, presso il Servizio di immunoematologia e trasfusionale dell'Ospedale San Martino di Belluno, è stato sottoposto ai dovuti controlli del sangue per valutare la sua compatibilità con la donazione del midollo. Successivamente i risultati delle analisi verranno, come di norma, inseriti in un archivio elettronico gestito a livello regionale e a livello nazionale.

In seguito al riscontro di una prima conciliabilità con un paziente, il donatore sarà chiamato a ulteriori prelievi, sempre di sangue, per definire ancora meglio il livello di compatibilità, fino ad essere chiamato alla donazione vera e propria.

Admo, associazione nata nel 1990, conta in Italia oltre trecento mila donatori e ha come scopo principale quello di informare sulla possibilità di combattere la leucemia e altre malattie del sangue attraverso la donazione e il trapianto di midollo osseo. «Si tratta di un piccolo grande gesto di solidarietà da parte di un fuoriclasse dello sport - dice il presidente di Admo Belluno, Maurizio Mazzucco, che, assieme all'ex presidente dell'associazione, Gianpaolo Agosto, ha coinvolto l'olimpionico nell'iniziativa - Pietro ha accettato con entusiasmo e disponibilità la proposta che Admo Belluno gli ha fatto, non solo di diventare donatore, ma anche di "pubblicizzare" la donazione attraverso varie iniziative promozionali».

Chi volesse saperne di più sull'Admo e la donazione di midollo osseo, può rivolgersi all'associazione stessa, www.admo.it

ITINERARIO PROVVISORIO


GUYA TREKKING ITINERARIO tappe tipo di sosta
Casoni- agriturismo volpi * passo della cisa rifugio Lagdei * lago santo-prato spilla tenda * lagastrello-cerreto laghi tenda *rifugio battisti rifugio San pellegrino in alpe tenda * lago santo modenese tenda * Abetone tenda Lago scaffaiolo-pracchia-casaglia (1) agriturismo fontana@pizzicagnola.eu tel. 331 6204441 fax 055 8402014* Passo della calla-Camaldoli-badia prataglia agriturismo lamotta@agriturismolamotta.com tel. 0575 518089 * Chiusi della verna tenda * Serravalle di carda tenda * Monte nerone-Pieia tenda * Pianello-Cagli tel. 0575 518089 agriturismo lamotta@agriturismolamotta.com * Chiacerna-Isola Fossara (2) tenda * Val di ranco-valsorda (gualdo Tadino) tenda * Monte Alago-Forca di Presta (monti sibillini) rifugio Città Reale-Leonessa tenda * Terminillo-rifugio Sebastiani (3) rifugio info@rifugiovincenzosebastiani.it tel 368 279463 * Nerito-Prato Selva-Pietracamela tenda * Campo Imperatore rifugio La pietra del lupo tel 085/9493526 cristian.tobia@cerranoservices.com Note : (1) P.N. Foreste Casentinesi - (2) P.R. Monte Cucco - (3) P.N. Gran Sasso / Monti Laga S. Stefano di Sessanio tenda * Campo di Giova-Monte Porrara (4) tenda * Rivisondoli – Barrea (5) Camping La Genziana tel. 0864 88101 pasettanet@tiscalinet.it * Civitella Alfedena- Pescasseroli tenda * Forca d’Acero – Picinisco ( Colle S.Magno) agriturismo Al vecchio Pino - tel. 0776 560113* Passo della crocetta-Monte Marrone-Scapoli (x) tenda * Rocca Mandolfi-Campitello matese agriturismo La Sorgente info@agriturismolasorgente.it tel 0865.810199 * Miralago-Passo di prete morto tenda * S. Martino valle Caudina-Sopra L’arenella rifugio wwf vedi mail * Ospedaletto-Monteforte Irpino tenda * Serina-M-Terminio-Piano di Verteglia Ristorante Rist. La Faia tel 0827 609841* Piani di Giffoni-Acerno (A) rifugio masseria Cunio tel. 089 200023 * Sicignano degli Alburni-casone Aresta di Petina (6) tenda * Piaggine-m.Cervati-Sanza agriturismo Il giardino dei ciliegi ilgiardinodeiciliegi@genie.it 3384351737 3807320993 * Madonna del Brusco-Bosco La Conserva tenda * Timpa del conte-Castelsaraceno (7) tenda * Frusci-M. Alpi-Latronico tenda * Madonna del follino-Convento di Colloreto tenda * Morano calabro-piano di Lanzo rifugio 0981.63369 rifugio piano di lanzo Note: (4) P.N. Majella – (5) Mulattiera Freedom Trail (6) P.N. Cilento e Vallo Diano – (7) P.N. Pollino * Madonna del Pettoruto-s. Agata d’ Esaro tenda * Sanginetto-Camigliatello silano-Lorica tenda * Lago Ampollino-Villaggio Mancuso tenda * Catanzaro (8) tenda * Piani di Zervò-S.Luca tenda * Lago di Costantino-Gambarie tenda * Villa S. Giovanni Albergo note : (8) Aspromonte Guardia costiera per autorizzazione ed assistenza traversata nuoto Sicilia Capo Peloro-Antennamare (Dinnamare)-Pizzo Bottino (9) Pizzo della moda-Portella Griole- Pizzo Cavallo tenda * Piano Margi-Pizzo Sale-m. Poverello-Pizzi acque bianche- rifugio forestale-Posto Leoni tenda * Crinale-Pizzo Maglio-Nord m. Vernà-Fondachelli Fantina- Portella Pertusa-Rocca di Novara agriturismo Fondachelli Fantina-Portella Pertusa- arenario dell’ Argimisco e Polverello – Portello dello Zoppo-Portella Mittà (10) (B) tenda * Portella Mitta – Serra Pignataro- Rocche del Crasto- Passo Taverna-Lago Mulazzo-Femmina Morta- Lago di Ancia-Monte Pelato- tenda * Portella Calcare-Casarma Mafauda-Portella dell’ Ovolo- Contrada Moglia-Case Mascellino-Urio Quattrocchi-SerroMerio (11) (C) tenda * Colla del Contrasto-M.Sanbughetti-Pizzo Malopasseto-Gangi agriturismo agricapuano@libero.it tel. Note: (9) Peloritani (10) Nebrodi (11) Madonie

AGRITURISMO CAPUANO - Gangi (PA)



Quando deciderete di attraversare la Sicilia centrale, se pensate di fermarvi all’Agriturismo Capuano di Totò Lovecchio, probabilmente vi racconterà la storia del Feudo di Capuano, magari passeggiando alla ricerca di erbe selvatiche e funghi della zona o magari mentre cucina bevendo qualche bicchiere di vino che lui stesso produce.
Qui dove i sapori sono ancora sapori, dove puoi assaporare i cibi mantenendo la tua intimità, ma anche condividere quello che accade quotidianamente rischiando di passare dei giorni che iniziano con dei colori che possono rimanere tali fino alla fine o trasformarsi in musica.
Qui farò tappa durante la mia fatica, qui arriverò stanco ma non sfinito perchè incontro un amico, uno che ha contribuito ad indicarmi la strada.

Grazie Totò e grazie anche ad Anita (la figlia)

LENTAMENTE MUORE....

La scala dei Turchi (AG)


Lentamente muore
chi diventa schiavo dell’abitudine
ripetendo ogni giorno
gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente
chi evita una passione,
chi preferisce il nero su bianco
e i puntini sulle “i”
piuttosto che
un insieme di emozioni,
proprio quelle che
fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno
di uno sbadiglio un sorriso,
quelle che fanno battere il cuore
davanti all’errore e ai sentimenti.

Lentamente muore
chi non capovolge il tavolo,
chi e’ infelice sul lavoro,
chi non rischia la certezza
per l’incertezza per inseguire un sogno,
chi non si permette almeno una volta nella vita
di fuggire ai consigli sensati.

Lentamente muore
chi non viaggia,
chi non legge,
chi non ascolta musica,
chi non trova grazia in se stesso.

Muore lentamente
chi distrugge l’amor proprio,
chi non si lascia aiutare;
chi passa i giorni a lamentarsi
della propria sfortuna.



http://blog.fuoriditesta.it/vam

ADDIO DADDE........ Tra lacrime di rimpianto e gioia





Ripensavo alle lotte fatte insieme, a tutti i gelati panna e fragola consumati sul letto dei miei genitori, ripenso a quando dipingemmo le pareti del mio primo appartamento, alla nostra alba verso una nuova era, a come mi sporcavi il naso di schiuma quando ti radevi quei tre peli di barba, come se io fossi ancora una bambina.

Quell'unica volta che siamo andati al mare, eri già sulla sedia a rotelle, ma quanto ci siamo divertiti ...

Mi hai sempre portato lontano anche senza muoverci da casa...

Mi sforzo di ascoltare le "tue canzoni" e ancora mi chiedo ad oggi come facevano a piacerti certe schifezze.

Faccio fatica a pronunciare il tuo nome (sebbene io lo abbia in bocca tutti i giorni praticamente), non riesco a parlare di te.

Bologna... la mia casa, il mio rifugio.... la mia vita, il mio cuore sono rimasti li, tra i vicoletti del centro, incastrati tra una canzone di Venditti e di Ligabue, sotto il culo del nettuno alle 21 e chi ritarda ci viene a cercare...

Stare seduta sui gradini della chiesa per aspettarti e vederti arrivare in motorino, prendere l'11c per venire fino a casa tua, ricordo la faccia arida di tua madre.

Non ho nemmeno una tua foto, ricordo i tuoi jeans neri tanto consumati da essere diventati grigi, il bowling di San Lazzaro, il centro Lame girato in lungo e in largo nei giorni di pioggia.

Ricordo le braccia di mio fratello che mi sorreggevano quando arrivò la notizia.

Gli occhi palesemente stupiti del mio ex marito che non ha mai saputo nulla della tua esistenza fino al giorno del matrimonio.

Ricordo il tuo addio molto prima del tempo, le nostre litigate, quella sera al parco faceva troppo freddo e non solo per la temperatura bassa.

"Se arrivo ai 28 anni giuro che ti sposo"

la stessa sera che ci conoscemmo, pazzo, sorrido tra le lacrime guardando quell' anello che mi mettesti al dito e che ancora porto.

Ho giurato davanti a Dio di amare Daniele ma ho sempre mentito, per anni sono rimasta sposata ad un ricordo... il tuo.

Io che non potevo sposarmi sapendoti ancora vivo, adesso mi pento di averlo fatto comunque date le circostanze.

Ho smesso di vivere nel momento in cui il tuo cuore si è fermato, trovando rifugio al mio dolore tra le braccia di chiunque pur di dimenticare.

Ricordo i tuoi grandi occhi verdi che rivedo ogni giorno negli occhi di mio figlio. se fossi stato ancora vivo credo che qualcuno avrebbe pensato ad un cornino.

La tua chitarra è sempre li, su quel cavaletto vecchissimo che ancora la regge, non ho ancora imparato ad usarla come Cristo comanda, ricordo le lenzuola di seta nera stropicciate dopo una notte di risa e cuscinate. le sveglie alle 4 di mattina solo per venirti a salutare per vederti partire e ritornare.... fino a quando non sei tornato più.

Le ripetizioni di matematica e tu che mi rimbeccavi perchè ti facevo perdere Bay Watch.

Ricordo la notte che ti presentasti al Black Fire, completamente pelato per la chemio, i litri di Guinness consumati al nostro tavolo ( a tutt' oggi quel tavolo è il mio, Leo ed Enza piuttosto lo fanno liberare se arrivo io).

Ricordo la prima volta che hai letto Love Story...

Non riesco a girare Venezia senza vederti in ogni angolo, e quel ciondolo di cristallo comprato a Praga rotto ancor prima che me lo facessi indossare, l'ho ancora...

Il nostro trio errante...

La Beatrice, lei che mi è stata accanto come solo una vera amica sa fare, finché ha potuto, che io ho irrimediabilmente allontanato, troppo arrabbiata con il mondo per credere ancora nell'amore nell'amicizia e nella speranza...

Ho smesso di sorridere senza di te, ho smesso di esistere. ci sono voluti anni ma i miei occhi tristi tornano a vita nuova con lui.

Lui che non può capire, ma sente me, mi sente come e forse più di quanto non facessi tu.

Forse l'unico, dopo te, capace di farmi vivere e apprezzare il giorno e quello dopo ancora, una litigata, lui che mi aspetta non perchè deve ma perchè VUOLE farlo.

Lui che ha spalancato quella porta chiusa da anni.

Vivo per i tuoi ricordi perchè mi donano quell' innocenza che credo di aver perso da tantissimo tempo.

E' ora di lasciarti andare, non posso più continuare a chiamarti per dirti che il tuo caffè alla canella è pronto in tavola...

Adesso basta.. questo non vuol dire che ti scorderò o che ho amato meno....

Ma il passato è passato ora ho bisogno di costruirmi un futuro. voglio farlo.

Addio Dadde....

(Sembra quasi la felicità... è il sogno che si mischia alla realtà)

AmarillaDelNero

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G R O N E L L



Estratto dal sito
http://www.gronell.it/it/index2.htm

  
"Sono nato qui, nel cuore della Lessinia e fin da piccolo ho imparato ad amare albe e tramonti, segreti e bellezze delle vicine montagne. Guarda, io sono quello a sinistra nella vecchia fotografia. Io che già cosi piccolo mi misuravo nell'arte che era stata di mio padre, imparandone le difficili regole artigiane ed i segreti dei materiali, per dare forma con paziente lavoro manuale, alle mie prime scarpe da montagna che io stesso avrei provato attraverso boschi e sentieri".
Cosi, Nello Grossule ricorda quando nel 1937 aiutando suo padre a riparare le scarpe apprendeva le tecniche di calzolaio ed iniziava a dilettarsi nella costruzione dei suoi primi scarponi da montagna.
Scarponi che Nello costruiva per se e per gli abitanti del paese e che, grazie alla cura ed alla passione che gli dedicava, erano molto apprezzati.
Furono proprio questi apprezzamenti a convincerlo sempre di più che il segreto era proprio quello di avere una qualità sempre migliore.
Nei primi anni '50, decide di fare il "grande passo" e, con i fondi fin lì raccolti, acquista qualche macchinario, assume alcuni collaboratori e dà cosi inizio al suo piccolo laboratorio artigiano.
Nello, con la crescente esperienza, elabora tecniche di lavorazione innovative e si dedica alla ricerca di materiali sempre migliori, a partire dai pellami che ancora oggi seleziona "personalmente". Con il passare degli anni, i suoi prodotti si fanno conoscere in tutta l'Italia per il loro gran comfort e per la loro resistenza e mentre il suo laboratorio assume nuovi operai specializzati, egli decide di dare vita al marchio Gronell.
Oggi, giunti agli inizi nuovo millennio, il nome Gronell è simbolo indelebile di qualità cometestimonia la certificazione UNI EN ISO 9002 ottenuta nel dicembre 1999. Gronell, occupa oggi un posto decisamente importante a livello nazionale ed internazionale nella produzione di calzature tecniche da montagna.
Un'arte antica sapientemente tramandata sino alla attuale convivenza con una tecnologia modernissima, affiancata inoltre a scelte stilistiche altrettanto innovative e a materiali sofisticati in continua evoluzione.
Il rispetto per la cultura di un tempo rimane inalterato; la ricerca tecnica è in continua crescita.

DONAZIONI


  

L'Associazione Donatori Midollo Osseo (ADMO) ha come scopo principale quello di informare la popolazione italiana sulla possibilità di combattere la leucemia e altre neoplasie del sangue attraverso la donazione e il trapianto di midollo osseo.
Sono molte le persone che ogni anno in Italia necessitano di trapianto, ma purtroppo la compatibilità genetica è un fattore molto raro e ha maggiori probabilità di esistere tra consanguinei.
Per coloro che non hanno un donatore consanguineo la speranza di trovare un midollo compatibile per il trapianto è dunque legata all'esistenza del maggior numero possibile di donatori volontari tipizzati, dei quali cioè sono già note le caratteristiche genetiche, registrate in una banca dati.

Si valuta che in Italia siano necessari circa 1.000 donatori effettivi all'anno.
Una stima che è destinata a subire un notevole aumento, se si tiene conto che il trapianto delle cellule staminali presenti nel midollo osseo è attualmente al centro di ricerche anche nel campo dei tumori solidi, mentre stanno diventando di routine alcune applicazioni in campo genetico, come è il caso delle talassemie.
In questo panorama ADMO svolge un ruolo fondamentale di stimolo e coordinamento: fornisce agli interessati tutte le informazioni sulla donazione del midollo osseo e invia i potenziali donatori ai centri trasfusionali del Servizio Sanitario Nazionale, presso i quali vengono sottoposti alla tipizzazione HLA, che avviene con un semplice prelievo di sangue. I dati vengono poi inviati al Registro Italiano Donatori Midollo Osseo (IBMDR), nel più assoluto rispetto della legge 675/96 ("Tutela della privacy").

Nel 1990, anno di nascita di ADMO, i donatori italiani erano 2.500: oggi sono oltre 300.000.
Oggi il Registro Italiano dei Donatori di Midollo Osseo (IBMDR) è il 4° registro su 57 registri nel mondo e il 3° in Europa.

Questo grande successo è stato ottenuto anche grazie ai campioni dello sport che hanno dimostrato la propria adesione sottoponendosi al prelievo di un campione di sangue e quindi rendendosi disponibili all’iscrizione all’IBMDR istituito per legge presso l’E.O. Ospedali Galliera di Genova. Molte sono le discipline sportive rappresentate tra cui: calcio, sci, volley, basket, rugby, automobilismo, ciclismo.

ADMO LIGURIA
ONLUS - Ente con pers. giuridica reg. n° 834 trib. Genova
Via Maddaloni, 1/8-16129 Genova
tel. 010 541784 - fax 010 585031 - e-mail: admoliguria@admo.it
codice fiscale 95026510107
c/c posta n° 18131169
c/c banca n° 2369118/87 CRT ag. n°1 Genova ABI 6320 CAB 1401

orario da lunedì a venerdì dalle ore 9.00 alle ore 12.00
Altre informazioni sono reperibili sul sito www.admo.it

G R A Z I E


Massimo PINARELLI
Direttore Filiale


Aigle Italia srl
Via Dei Da Prata 14
31100 Treviso
Tel : +39.0422.318.000 Fax : +39.0422.422.864

Diego COMPAGNA
Rappresentante

Aigle Italia srl
Viale Cembrano 4/c - 2
16100 Genova
Tel: 0185 44381

Mi avete fornito il materiale per il viaggio: Pantaloni, maglie, giacche, sono ben vestito, a parte l'eleganza avrò addosso un materiale di altissima qualità, potrò sudare o camminare sotto l'acqua battente e sarò sempre completamente asciutto, il successo della mia performance sarà anche dovuto ai materiali che mi avete fornito.
Ancora GRAZIE.

RAMACETO



Partenza da Chiavari con direzione Carasco, Borzonasca.

Scendere a Prati di Mezzanego, tornare nella direzione da cui si è arrivati e oltrepassare il ponte sul fiume, sul ponte già appare il simbolo del sentiero 14 ( segno più rosso ).

Si lasciano alle spalle delle villette in costruzione ed arrivati alla Chiesa di Vignolo si sale sulla sinistra una scalinata.

Possiamo concentrarci sul passo perché essendo in fondo ad una valle c’è poco o niente da vedere.

Dopo circa mezz’ora sul monte Castello 572 slm entriamo sul crinale, il panorama decisamente comincia a delinearsi, sul monte delle Groppe 926 slm, a tratti vediamo il versante sud del Ramacelo e la costa che scende verso Marasco.

Quando arriviamo alle pendici del monte Cucco 1049 slm ci troviamo sull’orlo di un grande anfiteatro dove il paesino di Cichero, in fondo al proscenio, fa da protagonista allo scenario che la natura ha costruito in millenni di lavoro.

Il Ramaceto 1345 slm con le sue lunghe braccia protegge questa valle che dall’alto appare idilliaca, fiabesca, se non fosse per le lente volute di fumo che salgono dai camini delle case,

Sul monte Cucco si arriva in un attimo, e tanto velocemente se ne scende notando la croce in metallo con relativa “terra” per lo scarico dei fulmini.

Siamo praticamente sul Ramaceto, anche se non in cima… ci vogliono 2 ore fin qui, 3 e mezzo per arrivare alla Cappelletta e sostare a ricordare…..

Roberto Piombo, un ragazzo bello, aperto, simpatico, pieno di vita, di idee, un ragazzo forte che mai avresti pensato di perdere per sempre, Quando se ne è andato insieme a Franco Calcagno, era il 16 maggio del 92, io ero in ufficio, a Gattorna, lui sul monte Mckinley, in Alaska, mi aveva promesso le foto ed il video per il mio sci club……, per quelle serate sulla montagna che ogni anno organizzavo, all’inizio della stagione.

A quelle serate veniva anche Massimo Vannucci, una lapide sul Ramaceto ricorda anche lui, “caduto” sull’Alpe di Succiso il 26/12/1997.
Di Massimo ricordo che era un buon sciatore, veniva spesso alle gite domenicali e certe volte si fermava allo sci club a studiare nuovi attacchi, nuovi materiali sulle riviste che avevamo.
Era un pignolo, una persona organizzata, che prima di fare un passo ben ponderava…

Ecco io qui sul Ramaceto ci vado per loro, a sognare, come è scritto sulla lapide che dice:

QUI ABBIAMO SOGNATO DI CIME FANTASTICHE.
AMICO FERMATI PER UN ATTIMO
A SOGNARE CON NOI




Tornando al percorso, dalla cappelletta si può prendere il sentiero 13 ( due palline rosse ) che porta a S.Colombano Certenoli, il sentiero 12 ( un quadrato ) che porta a Pian dei Ratti.

Noi abbiamo proseguito lungo l’Alta Via, verso nord raggiungendo passo Ventarella, monte Rondanara 1041 slm, monte Roncazi dove c’è un rudere e da qui, visto che erano già le 16 siamo scesi verso Parazzuolo lungo il sentiero 87 ( due quadrati gialli ) che si ricongiunge al sentiero 88 ( due cerchi gialli ).

Sulla provinciale abbiamo trovato SEMPRE APERTO il bar-alimentari gestito da oltre 50 anni da CELLA MARIA, al caldo della stufa abbiamo aspettato l’autobus delle 17,19 che ci ha riportati a Chiavari,

Le foto che ho messo sono vecchie perché avevo le batterie della macchina digitale scariche, sul Ramaceto abbiamo trovato la prima neve, uno o due centimetri, fastidiosa perché ghiacciata ma bella, bella e pulita, che sulle foglie secche dei faggi accumulate dal vento faceva dell’insieme uno scenario incredibilmente bello.

Ho sempre parlato al plurale, i noi eravamo io, Manfredi ed il mio vero amico ZAC

Allenamento del Lunedi...... BREVE?

Alpi Apuane
Sosta con Massimo
Manfredi e Zac
Moneglia
Tramonto

Ore 11,30 partiti da bivio Deiva della ss Aurelia chiamato Casa Marcone,(segnavia un quadrato) verso monte S.Nicolao a metà strada preso segnavia (linea due punti) verso Velva, da qui strada asfaltata fino al santuario dove parte il sentiero 60 (due quadrati) che va al monte S.Nicolao.
Pranzato al sacco e scesi verso casa Marcone, sentiero 52 (un quadrato), il sentiero si riprende lato mare della ss Aurelia, monte Salto del Cavallo, monte Pian del Lupo, monte Mezzema, monte Incisa, monte Crocetta (tutto crinale), Lemeglio, Moneglia.... alle 18,30.

Erano con me il solito Zac e..... Massimo, mio figlio che da buon calciatore dilettantistico ed ex pallanuotista ha ottime gambe.

Io.... beh, sono un poco stanco, anche perchè arrivati a Lavagna con il treno ci siamo poi fatti altri 4 km per arrivare a Cogorno.

Sabato 50 km, oggi almeno 30.

DA MONEGLIA A COGORNO IN 11 ORE E MEZZO





********** Percorso **********

MONEGLIA - LEMEGLIO - PENDICI OVEST MONTE CROCETTA - BIVIO DI CROCETTA - MONTE INCISA - MONTE MEZZEMA - SELLA NORD DI MONTE MEZZEMA - MONTE PIAN DEL LUPO - MONTE SALTO DEL CAVALLO - BIVIO DI S.S. 1 DI CASA MARCONI - PENDICI NORD DI MONTE MERELLE - SELLA MERELLE BARACCHINO) - PENDICI SUD MONTE PIETRA DI VASCA - COLLE EST PIETRA DI VASCA - COSTA OVEST MONTE SAN NICOLAO - MONTE SAN NICOLAO – VALICO DI VELVA - SANTUARIO - MONTE ALPE - MONTE ZENONE - PASSO DEL BOCCO DI BARGONE - PASSO BARGONE - MONTE DOMENICO - MONTE CAPENARDO - MONTE LE ROCCHETTE - MONTE SAN GIACOMO


Ore 5 sveglio, partito da Cogorno a piedi, con Zac. arrivato alla stazione di Chiavari e... visto il treno partire, prendo quello successivo alle 07,00

Arrivo a Moneglia alle 07,15

Alle 7,30 comincio a salire verso Lemeglio, fa molto freddo e tiro da matti per scaldarmi, mi fermo sull'aurelia per cambiarmi e liberarmi della giacca a vento, non ho fatto foto, perchè ho nella testa solo il pensiero di salire ben sapendo che c'è il rischio di arrivare a casa con il buio.

Mangio focaccia e banana continuando a salire verso il San Nicolao, faccio qualche foto e punto direttamente verso Velva, fotografo i cartelli per ricordarmi dove passo ma il mio solo pensiero è quello di non fermarmi, Zac beve dalle pozzanghere, io non bevo, non ho tempo.

Arrivo al passo del bocco di Bargone che il freddo è pungente, mi fermo per mettere qualcosa di pesante, zac si sdraia ma come vede che riparto mi precede... sembra che da qui conosca la strada.

Sono quasi alla casa di Mirko e Marsela, vorrei fermarmi ma tiro dritto, comincia a tramontare il sole, faccio lo sterrato con il bivio ma sembra non finire mai, Zac è sempre davanti a a me, quando sbaglio lui non mi segue, resta fermo al bivio e mi guarda!

Arrivo sul monte le Rocchette che è buio, seguo il mio cane sherpa, è incredibile, io non vedo dove vado anche perchè la luce che sale da Chiavari e Lavagna non mi fa mettere a fuoco, seguo Zac rimanendo con le ginocchia piegate, morbide, per attutire le imperfezioni del terreno che non vedo.

Alle 18,30 arrivo alla ca da gurpe, mi abbraccio a Zac e gli faccio il grattino, è sfinito anche lui ma ci mettiamo sulla strada asfaltata e alle 19,08 sono davanti a casa.

Prima di farmi la doccia preparo a Zac una bella scodella di carne, formaggio grana, carote lesse, olio extravergine e pane secco ammollato in acqua..... Ha divorato tutto ed ora dorme e russa sul divano, lui si che è un amico!!!

AIUTIAMO RICCARDO PIO



La storia di Riccardo Pio.
“Salve mi chiamo Giulia
sono la mamma di Riccardo Pio D’Avanzo un bimbo, di 3 anni e 7 mesi che a causa del trauma che ha avuto durante la nascita è cerebroleso, mio figlio non parla, non cammina, non regge la testa e si alimenta tramite gastrostomia (sondino gastrico).”

Comincia cosi il racconto di mamma Giulia sul suo blog personale.

RIccardo Pio è un bambino fantastico affetto da una malattia rara, la sindrome di west, è ha bisogno di cure, in particolare di una terapia, ossigeno terapia, che dovrebbe fare per un periodo di almeno 3 anni, negli U.S.A.

Purtroppo per fare questo servono soldi, circa 300.000 euro l’anno, e quello che chiediamo è di aiutarci a far vivere a Riccardo il suo sogno.

Per contattare la mamma di Riccardino :

Turchio Giulia
CIN J
ABI 03067
CAB 81030
C/C 000000010423

Questi i numeri di telefono dove, se volete, potete contattarmi
Tel.: 0981954632
Cell.: 3470084629

TREK IN ITALY


Explore Pollino National Park

In between the Tirrenian and Ionian seas in southern Italy lies a mountain ridge full of natural and cultural anomalies. This is the home of the last surviving pino loricato trees, which grow up to 30 meters tall. The villages around here are inhabited by Albanians who crossed the sea five centuries ago escaping from the Turks. They still speak their language and wear traditional costumes. The spectacular gorges of the Raganello River, 32 kilometers long and 700 meters deep are ripe for exploring. Prehistoric graffiti and the walls of an ancient town are visble in the Romito. The climate here is fresh even in summer, while it's very hot on the coast. In winter snowfalls cover the area

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Trek the Alta Via

The Alta Via follows the ridges of the Appennines, running parallel to the sea for 300 km from Ventimiglia, on the French border, to Spezia. The trail's elevation ranges from 500 to 2,000 meters and passes through different landscapes, including chestnut and beech forests, fir forests, meadows, and barren rocks. The view is superb all along the trail; on a clear day you can see the white-capped Alps on one side, and the sea and Corsica on the other. The itinerary can easliy be divided into stages; after a day's walk you will reach a route down to the coast. The whole tour of the Alta Via will take a month and it can be done any time of year

ESPERIENZE AUTUNNALI DI SILLY





MAGIE D'AUTUNNO SULL'ALTA VIA DEI MONTI LIGURI

Edito da Sillylamb, amica mia
http://blog.libero.it/sillylamb/

Eccomi di ritorno dopo 4 bellissimi giorni sull'Alta via dei monti Liguri. Emozioni davvero indimenticabili per gli incredibili colori dell'autunno, per i panorami splendidi e per la gentilezza delle persone incontrate.
Come arrivare: l'Alta via parte da ventimiglia, comodamente raggiungibile in treno
Quando andare: L’itinerario è percorribile da fine marzo a fine novembre, ma vista la scarsità d'ombra sconsiglio di intraprenderlo durante il periodo più caldo. Inoltre a detta della gente del luogo, pare che il periodo migliore sia proprio l'autunno per le incredibili colorazioni che assumono i boschi.
Bibliografia, cartografia, segnaletica: Esistono diversi libri sull'argomento, particolare ho trovato carino "Le alte vie della Liguria", Parodi autore e editore che però lo propone in senso inverso rispetto a quello da me percorso. In ogni caso io mi sono munita della cartina IGC14 e ho utilizzato il sito internet dell'Alta via, anche perchè questa è segnata molto bene (bandierine bianco/rosse)
Il trekking: L'intero percorso comprende 38 tappe percorribili da un escursionista allenato in circa 20 giorni; esistono poi numerosi sentieri di raccordo più o meno segnati che permettono di interromperlo in più punti collegandolo con località servite da mezzi pubblici.
Primo giorno: da Ventimiglia a Dolceacqua
Tempo di percorrenza 3h30
Difficoltà E
Dislivello 650m circa
Acqua lungo il percorso: no
Itinerario: Si parte dalla stazione di Ventimiglia dove si svolta a sinistra per superare la ferrovia grazie a un ponte. Si prosegue quindi dritto, prendendo poi a sinistra v. S. Giacomo. Ben presto la strada diviene cementata e poi sterrata per terminare nei pressi della cappelletta di S. Giacomo (269m; 30'). Si continua su asfalto tra villette per poi imboccare una sterrata che sale verso il Monte Fontane di cui percorre il versante ovest in leggera discesa. Si attarversa quindi una strada asfaltata nei pressi di Ciaixe e si passa vicino alla chiesa della Madonna della neve (354m). Al bivio tenere la destra tagliando a mezzacosta il versante ovest del monte baraccone. Si passa nei pressi dei calanchi di Terre Bianche dove si attraversa nuovamente una strada asfaltata. Quindi tra i vigneti si raggiunge il passo della Colla (433m; 2h15). Qui si scende lungo l'asfalto per poi imboccare una strada cementata a destra (indicazioni per la casa del nocciolo). Questa scende tra villetti e oliveti fino a incontrare nuovamente la carrozzabile che si segue per alcune centinaia di metri verso destra. Quindi, nei pressi di una casa isolata, si trova un sentiero poco evidente che conduce all'antico monastero agostiniano oggi in rovina. Qui il tracciato diviene un'evidente mulattiera che termina nei pressi di Dolceacqua (157m).
mangiare e dormire: a Dolceaqua esistono diverse possibilità di alloggi. Noi abbiamo scelto l'agriturismo U Fundu: ottima la cena nel ristorante, molto curata la camera; 50$ a testa la mezza pensione; 0184-206784, 333-8809870
Secondo giorno: da Dolceacqua a Gola di Gouta
Tempo di percorrenza 6h
Difficoltà E (notevole sviluppo)
Dislivello 1000m circa
Acqua lungo il percorso: no (abbiamo incontrato alcune fontane, ma erano tutte secche)
Itinerario: Da Dolceacqua si risale alla Colla lungo l'itinerario del giorno precedente (1h; esiste anche un altro sentiero che passa dalla chiesa di S. Bernardo, ma pare sia poco segnato) dove si riprende l'altavia. Tra vegetazione mediterranea si supera il Monte Erisetta scendendo al passo del cane (596m) dove si incontra una strada militare. Si prosegue lungamente su questa ignorando i vari bivi e aggirando il versante est del monte Abellio fino a giungere a Colla Sgora (1063m; 2h30; qui finisce la tappa numero 2 dell'altavia: nei pressi si trova un rifugio chiuso e il bivacco Testa d'Alpe) dove si può scegliere se proseguire lungo la variante alta o quella bassa. Vista l'ora e la nostra meta, abbiamo optato per la variante bassa. Si continua quindi lungo la strada lungo la quale si incontrano diverse opere militari (casermette, gallerie, fontane) tra splendidi boschi fino a Margherita dei boschi (1101m) dove si ritrova l'asfalto. Si continua su questo in salita per circa 1,5km fino a Gola di Gouta (1213m).
Mangiare e dormire: a Gola di Gouta si trova l'omonima locanda. Questa offre camere con letti a castello e una buona cena per 50$ a testa; 0184-241068.
Terzo giorno: da Gola di Gouta a Colle Melosa
Tempo di percorrenza 5h45
Difficoltà E/EE (la salita al Toraggio richiede di superare alcune facili roccette; il sentiero degli alpini, sebbene sempre molto ampio, presenta tratti esposti; sono inoltre presenti alcune corde fisse utili solo in caso di neve o ghiaccio)
Dislivello 900m circa
Acqua lungo il percorso: sorgente lungo il sentiero degli alpini
Itinerario: Si prende la sterrata che sale a monte del ristorante e che in breve conduce a Colle Scarassan (1224m; 20'). Qui si ritrovano i segnavia dell'altavia e l'ampia strada porta al passo del Muratone (1174m; 15'; vi si trova un rifugio chiuso: è di proprietà del comune di Pigna e per avere le chiavi e prenotazioni si può provare a chiamare il 338-2231766). La sterrata diventa poi un sentiero che conduce al Colle Corvo (1404m). Da qui si continua a mezza costa, fino a un bivio per Buggio che si lascia sulla destra. ora il tracciato inizia a salire più decisamnete attraversando con tornanti i pascoli alti del Torraggio fino al Passo di Fonte Dragurina al confine con la Francia (1810m; 2h10). Seguendo dei bolli rossi sulla destra, si risale l'ampia spalla erbosa prima di affrontare le facili roccette che portano in vetta (1973m; 15'). Ridiscesi al passo, si può segliere se continuare lungo il versante occidentale o raggiungere il sentiero degli Alpini tramite una traccia in quota, come abbiamo fatto noi. Si passa quindi a monte di una formazione rocciosa e si scende sull'ampia mulattiera. Questa segue lungamente le rughe della montagna in valloni aspri e selvaggi con passaggi arditi scavati nella roccia. Poi il peasaggio torna a farsi più dolce e il sentiero si immerge in un bosco di larici. A un bivio, lasciare sulla sinistra il sentiero che sale al passo della Valletta e seguire il tracciato di destra che in breve conduce sulla sterrata che scende al colle Melosa.
mangiare e dormire: qui si trova il rifugio Allavena, di proprietà del Cai di Bordighera. E' aperto tutto l'anno e fornisce 70 posti letto e servizio di alberghetto; 0184-241155.
Quarto giorno: da Colle Melosa a Triora
Tempo di percorrenza 2h30
Difficoltà E
Dislivello tappa interamente in discesa
Acqua lungo il percorso: no
Note: La nostra avventura volgeva quindi al termine. Per l'ultimo giorno abbiamo abbandonato l'Altavia per scendere a Triora, il paese delle streghe, lungo un sentiero ben segnato. Da qui bus per Arma di Taggia e treno per Milano.
Itinerario: Dal Colle si scende lungo la strada asfaltata per circa 2,5km. In corrispondenza di un'area picnic si prende a sinistra un sentiero che segue tutta la conca con ampio giro nel bel bosco (fate attenzione la domenica: nella zona è permessa la caccia al cinghiale). Si scende quindi alle case di Goeto (1010m; 1h30). Si prosegue sempre in discesa immersi in un castagneto fino a incontrare l'asfalto. Lo si imbocca verso sinistra e, superati un paio di tornanti, si attraversa l'alto ponte sull'Argentina raggiungando le case di Lorato (649m; 30'). Il tracciato ora segue l'antica mulattiera: attraversato il paese, prosegue a mezzacosta con alcuni saliscendi fino a Triora (776m)

Inviato da: sillylamb

ALLENAMENTO BREVE




CASA MIA.......con il tetto rosso







Cogorno - Lavagna – M.Capenardo – M.Costello – S.Anna – M.Capenardo – M.Domenico – M: le Rocchetto – M.S.Giacomo - Cogorno

Partito alle 08,15 da Cogorno, con Zac, attraverso l’antico borgo di Ruscalla e alternando asfalto a sentieri arrivo a Lavagna.

Dal viale Mazzini inizia la litoranea verso Cavi, subito a sinistra si trova il segnavia (una pallina).
Inizio a salire lungo la collina di S.Benedetto, infine S.Giulia con lo stupendo panorama di tutto il golfo, a sinistra della chiesa cominciamo a vedere fasce coltivate alternate a boschi di castagni, spesso la strada asfaltata passa parallela al sentiero.
Arrivato sullo spartiacque del M.le Rocchette prendo a destra ed in breve arrivo sul Capenardo.
Da qui ci sono due sentieri, uno scende ad Est verso la colla di M.Domenico, l’altro che subito prendo scende a sud verso il mare, se si lascia il sentiero e si resta sul crinale si può trovare un laghetto fra le rocce, (dove Zac stava annegando), e diverse buche molto ampie e confortevoli per fare campo o in ogni caso soste rilassanti.
Per recuperare il sentiero scendere decisamente sulla sinistra e… più che un sentiero è una strada sterrata che in breve ci porta sopra le gallerie di S.Anna.
Torno sui miei passi e, seguendo il sentiero contrassegnato con 40 ( cerchio con riga) fino al M.Costello e n.41 (triangolo) fino al Capenardo, punto subito verso Est, arrivo in breve alla colla del M.Domenico.
Questo posto è molto importante, per via di una baracca attrezzata con tavolone in ardesia, acqua, legna e barbecue, in aprile con alcuni amici a cavallo vi abbiamo trovato rifugio in una notte di pioggia e vento.
Da questo punto parte uno sterrato che porta verso passo Bargone, utile pertanto per escursioni verso le 5 Terre o l’Alta Via.
Io e Zac, tuttavia, non dobbiamo che monitorare il percorso per migliorare la conoscenza del territorio… pertanto con le spalle all’ingresso della baracca saliamo verso destra percorrendo un bellissimo sentiero tutto a nord del Capenardo che ci riporta all’arrivo del sentiero da Lavagna.
Siamo tornati sul crinale del Monte le Crocette, a malincuore andiamo verso nord/ovest e con lo sguardo verso il Manico del Lume, Montallegro, il Ramaceto…. Arriviamo alla Ca da Gurpe, già ristorante tipico del Monte S.Giacomo, un poco affaticati scendiamo lungo il sentiero delle portatrici di ardesia, ed arriviamo alla mia chiesetta della Madonna del Caravaggio di Cogorno.

Sono le 14,00, abbiamo camminato per sei ore, un buon piatto di pasta ci aspetta e lo divoriamo leccandoci i baffi…..

DA SANTA MARGHERITA LIGURE A CHIAVARI



Manfred, Franziska, Rudolf e Katharina












Arrivato a Santa alle 07,00, con Alessandro a comprare la focaccia quindi subito verso l’ ospedale da cui parte il sentiero 24 ( due rombi ).
Si sale lungo un sentiero molto ripido e finalmente si arriva alle Pietre Strette, qui ci troviamo sul sentiero 23 ( un quadrato ) più che un sentiero sembra un’autostrada, largo e confortevole con la ghiaia ed un bellissimo gatto… questo sentiero ci porta a Ruta e guardando verso nord si vede la costa che da Camogli arriva a Genova.. uno spettacolo! Con le Alpi marittime innevate.
A Ruta non troviamo subito il segnavia, ci indicano da che parte si trova e percorriamo il sentiero 1 ( due cerchi ) attraversiamo Passo Spinarola, passiamo sotto la Madonna di Caravaggio ( Monte Bello ) e arriviamo a Colle Caprile.

Siamo tentati di andare verso nord perché il Monte Caucaso ci attrae, gli facciamo la promessa di andarlo a trovare e imbocchiamo il sentiero 2 ( due X ), qui troviamo Rudolf e le sue bimbe Franziska e Katharina, insieme saliamo sul monte Manico del Lume, Alessandro ci fotografa, li salutiamo continuando a salire e scendere….

Monte Lasagna, Monte Rosa con il rifugio Margherita ( solo per il CAI ), passo della Crocetta, monte Pegge, Montallegro, monte Castello ( ristorante-bar dove una coca e una limonata costano 4,50 euro!!!!!

Scappiamo verso il monte Anchetta e non senza fatica scendiamo a Sampierdicanne, io osservo il monte S.Giacomo e mentre siamo all’ombra vedo che il mio paese, Cogorno, è sempre inondato di sole…. Sono le 17,00, abbiamo camminato per dieci ore percorrendo, io penso fra i 35 ed i 40 km.

Ci salutiamo alla stazione di Chiavari e con la moto corro a casa, Zac il nostro cane-guida mi rimprovera, la prossima volta, da Moneglia a Lavagna porteremo anche lui