Sono le 5, sposto il tasto su off e la sveglia finalmente tace, mi alzo poco convinto… è sempre così ogni volta.
Io non dormo molto ma amo svegliarmi da solo, esserne costretto vuol dire interrompere qualcosa che sto facendo volentieri e questo…. mi innervosisce.
Zac mi osserva dalla sua branda e quando vede che comincio a preparare lo zaino capisce, comincia a saltellare e a portarmi i suoi giochini, quando mi vede partire senza di lui, vedo il dolore nei suoi occhi.
Arrivo in scooter alla stazione di Chiavari, il treno è puntuale, a Santa Margherita sale anche Alessandro, arriviamo a Bogliasco alle 6,30.
Il paese dorme, un uomo fuma fuori di un bar, gli grido che fa male fumare… non mi risponde è seccato della mia frase.
Affrontiamo la salita dopo il cavalcavia sull’Aurelia, un sentiero molto ben tenuto fra ville e caseggiati, fra giardini curatissimi e orti prosperosi.
Il sentiero ha il segnavia punto linea ( ._ ), arriviamo in breve sopra Teriasco, Levà… mentre l’alba tinge di rosa il cielo guardo la cartina.. monte Cordona, siamo finalmente fuori dei centri abitati, stupendamente inseriti fra arbusti e rocce, con il regolare e affannato ritmo dei nostri respiri:
Io parlo molto, sempre, troppo… ma durante quelle prime ascese taccio, avrei tantissime cose da dire, ma non ne ho la facoltà, per il mio metabolismo ho bisogno di scaldarmi completamente, di sentire l’armonia dentro di me di me.
Faccio sempre riferimento al nuoto, il mio primo amore, ricordo che quando partivo per una tappa impegnativa, lo facevo malvolentieri, tiravo la bracciata stancamente e poco convinto anche perché aspettavo sempre il dolore al fegato, fino a quando ciò non avveniva ero come sospeso, distaccato dall’elemento che mi avvolgeva, che mi sosteneva…
Quando ciò accadeva ne ero quasi felice perché sapevo come gestirlo, avevo imparato a cambiare la respirazione, ad entrare nella concentrazione sul sincronismo braccia – gambe – respirazione – ritmo… ebbene dopo poco stavo benissimo e, cosa più importante mi sentivo armonico.
Durante il cammino ciò avviene esattamente come in mare, quando entro in crisi se chi mi accompagna se n’accorgesse mi vedrebbe lentamente trasformare, e lentamente noterebbe la mia forza farsi largo in me portandomi ad un ritmo forse per alcuni insostenibile.
Arriviamo ad incrociare una strada asfaltata, monte Castelletti, siamo a 604 metri, sono le 8, monte Possuolo, 719 metri quindi monte dell’Uccellato.
Aggiriamo a nord/ovest il monte Becco mentre un canadair spegne un incendio che gente crudele ha acceso, sempre a nord/ovest superiamo il monte Bado.
Sbagliamo a non affrontare il crinale che si propone davanti a noi e decidiamo per una diagonale che tuttavia ci porta nei pressi dell’obiettivo la Croce di Fo.
Fa caldo e Alessandro deve stringere i denti per il solito dolore al ginocchio sinistro, io vado con il mio passo ma alla fine devo fermarmi ad aspettarlo… è stoico il suo incedere.
Alessandro non gradisce il sole, dice che gli toglie le forze… per me il sole è energia, mi sento ricaricare, ma siamo sempre e in ogni modo insieme perché accomunati dallo stesso amore, la stessa passione.
Arrivo sulla vetta del monte Croce di Bragalla e salgo sul monumento eretto a ricordo dei partigiani, mi appoggio alla croce e il mio sguardo può spaziare sulle alpi marittime splendidamente innevate, il Monviso, le Cozie, il gruppo dell’Antola, il monte Aiona sembra un panettone coperto di zucchero.
Verso sud il monte Caucaso, il Ramacelo, lo Zatta con la sequenza dei monti Chiappozzo, Porcile, Verruca e….. dietro a tutti le imponenti vette delle Alpi Apuane.
Il mare è coperto da una leggera foschia ma si intravede la penisola di Sestri Levante.
Ora dico, ma tutta le gente che in questo momento se ne sta giù in città, a valle… non sa che qui è il vero paradiso? Ma che ci fanno laggiù, cosa credono di avere fra le mani, negli occhi, sulla pelle? NIENTE ! E’ tutto qui il sale della vita è qui che possiamo vedere improvvisamente due caprioli, il volo elegante dei rapaci in cerca di cibo, il lento mutare della natura.
Pensando a Mauro Corona abbraccio un grande faggio, poso la fronte sulla sua corteccia e cerco di trasmettergli il mio calore il mio amore.
Arriviamo al paese di S.Alberto, in un bar prendo un cappuccino e “frego” diverse bustine di zucchero, Alessandro beve un bicchiere d’acqua e con lo sguardo disapprova il mio “furto”, lui è troppo corretto è di un’onestà quasi maniacale, io no, io mi lascio prendere dal momento, dalle necessità e dall’istinto del cacciatore.
Arriviamo al passo della Scoffera dalla variante alta, è un passaggio interminabile, una salita secca, senza pause, siamo arrivati allo stupendo sentiero regionale dell’Alta Via dei Monti Liguri!!!
Ora ne parlo bene di questo sentiero, non nel 2005.
In quell’ anno ho affrontato l’intero percorso da Ventimiglia a Casoni di Suvero con la rabbia dentro ogni passo che facevo, segnaletica vecchia e scarsa, sentiero in parte trascurato, ricoveri chiusi perché affidati ad associazioni private (questo credo che non sia cambiato).
Mentre percorriamo il sentiero AV è un vero piacere distrarsi perché le indicazioni sono abbondantissime.
Cominciamo a sentire la stanchezza ma abbiamo davanti a noi l’ultimo ostacolo il monte Lavagnola, 1118 metri, non é una cima importante, non è un dislivello proibitivo ma abbiamo alle spalle e nelle gambe già 9 ore di cammino.
Superato il bivio: cima del Lavagnola – dorsale verso l’Antola, giungiamo con un continuo saliscendi al passo del Portello…
Qui davvero il piacere del camminare termina, abbiamo per diversi metri sotto i piedi il nero asfalto.
Si ferma un fuoristrada, sono Franca e Guido, due miei vecchi amici che ci portano fino a Corsiglia.
Proseguiamo tra asfalto e brevi tratte di sentieri lungo l’Itinerario dei Feudi Fisicani, VERGOGNA a chi ha la responsabilità della cura di questo tratto!!!
Una sconvolgente realtà ci fa transitare lungo il torrente Lavagna lungo il sentiero invaso da plastica, spazzatura, frigoriferi, lavatrici, cucine a gas e rovi, tantissimi rovi che ci costringono a deviazioni pericolose e in qualche caso a dover lavorare di coltello per aprirci un varco.
Arriviamo a Gattorna alle 18, prima di tutto la bevanda preferita, poi passo a salutare tutti i miei amici, i commercianti di questo paese che ha un’unica strada, Via del Commercio ma che a differenza di altri paesi liguri è vissuta da famiglie di commercianti meravigliosi.
Ci sono quelli storici: Bubbi, Beneitin, Basso (giocattoli), Fransa, Franchezza, Peripimeno, Giannino, Moderno, Centrale… e poi i nomi Maria Rosa (semo de leva) Luisa, Diego, Caterina, Mauro, Giorgio, Lorena, Dante, Gianni, Franco, Marietto…
Sono felice ed Alessandro è stupito dalle amicizie che ho qui.
Alle 18,55 prendiamo l’autobus, Chiavari ci aspetta, la nostra casa, la doccia, il letto.
Stasera dormirò felice e il computer della mia testa andrà a riporre nelle cartelle tutto ciò che oggi ho visto, sentito, provato, ma aggiungerà anche un poco in più di saggezza e metterà in grassetto che…
They are the 5, I move the key on off and the wide awake one finally tace, is raised little persuated… it is always therefore every time.
I do not sleep a lot but I love to wake up itself alone, some it are forced wants to say to interrupt something that I am making gladly and so…. get me nervous.
Zac, my dog observes me from its folding bed and when it sees that I begin to prepare my rucksack understands, begins to hop and to carry its to me toy, when it sees to me to leave without of he, I see the pain in its eyes.
Arrival in scooter to the station of Chiavari, the train is punctual, to Margherita Saint knows them also Alexander, arrives to Bogliasco to the 6,30.
The country sleeps, a man smokes outside of a bar, the outcry that ago badly smoking… it does not answer to me annoyed of my phrase.
We face the climb after the bridge on Aurelia street, a path a lot very held between villas and houses, wanderful garden.
The path has signal the point line ( . _ ), we arrive in short over Teriasco, Levà… while the dawn it dyes of rose the sky I watch the map... the Cordona mount, we are finally outside of the centers lives to you, wonderfully inserted between shrubs and cliffs, with the regular one and worried rhythm of our breaths:
I speak very, always, too much… but during those first rises keep quiet, I would have many things to say, but of it I do not have the faculty, for my metabolism I have need of warm me completely, to feel harmony within of me of me.
I make always reference the swim, my first love, memory that when I left for a strong stage, I made it unwillingly, I tired pulled the little convinced braced one and also because I waited for always the pain to the liver, until when that did not happen like was suspended, detached from the element that it wrapped to me, than me supported…
When that happened of I was nearly happy because I knew like managing it, I had learned to change the respiration, to enter in the concentration on the syncronism arms – legs – respiration – ritmo… well after little I was very well and, what more important I felt harmonic.
During the way that happens exactly like in sea, perhaps when within in crisis if who accompanies to me if realize you would slowly see to me to transform, and slowly it would notice my force is made wide in me carrying me to a rhythm for some indefensible.
We succeed in to intercross a asphalted road, Castelletti mount, are to 604 meters, are the 8, mount Possuolo, 719 meters therefore dell’Uccellato mount.
We go around to nord/ovest the mount Becco while a canadair it extinguishes a fire that cruel people have ignited, to nord/ovest we always exceed the mount Bado.
We mistake not to face the crinale that is proposed in front of we and decides for one diagonal that however us pressed door in the objective the Cross of Fo.
It makes warmth and Alexander must tighten the teeth for the usual pain to the left knee, I goes with my step but to the fine ones I must be stopped to wait him… it is stoic its to walk.
Alexander does not appreciate the sun, says that the strength… remove it; for me the sun is energy, is felt to recharge, but we are always and in any case entirety because it joins to you from the same love, the same passion.
Arrival on the summit of the mount Cross of Bragalla and I go up on the erected monument to memory of the partisans, me support to the cross and my look can space on the marine Alps splendidly innevate, the Monviso, the Cozie, the dell’Antola group, the Aiona mount seems a covered sugar dessert.
Towards south the Caucasus mount, Ramaceto us it, the Zatta with the sequence of the Chiappozzo mounts, Porcile, Verruca and….. behind all the imposing summits of the Alps Apuane.
The sea is covered from a light haze but the peninsula of Sestri Levante is caught a glimpse.
Hour I say, but all the people that in this moment if it is some down in city, to the valley… it does not know that here it is the true paradise? But that they make there, what believe us of having between the hands, in the eyes, on the skin? NOTHING! Is all it knows them of the life here is here that we can see two roe-deer without warning, the elegant flight of the rapacious in tries of food, the slow one to change of the nature.
Thinking next to Mauro Corona I embrace a great beech, I put down the forehead on its bark and try to transmit him my heat my love.
We arrive to the country of S.Alberto, in a bar I take a cappuccino and various little pack of sugar, Alexander drink a glass of water and with the look disapproval the sugar, I lets to take from the moment, the necessities and dall’istinto of the hunter.
We arrive to the step of the high varying Scoffera from, is an interminable passage, one gone up sand bank, without pauses, we are arrives you to the wonderful regional path dell’Alta Via of From Liguria Mounts!!!
Hour of it I speak well about this path, not in 2005.
In that year I have faced all the distance from Ventimiglia to Casoni di Suvero with the anger within every step that I made, identifying old and insufficient, path in neglected part, shelters sluices because entrusted to private associations (this creed that is not changed).
While we cover path AV is a true one appeals to no concentration because the indications are most abundant.
We begin to feel the fatigue but we have in front of we the last obstacle the mount Lavagnola, 1118 meters, is not an important top, it is not a prohibitive unevenness but we have to the shoulders and in the legs already 9 hours of way.
Exceeded the crossroad: top of the Lavagnola – ridge towards l’Antola, we reach with a continuous latch the step of the Portello…
Here indeed the pleasure of walking finishes, has for various meters under the feet black asphalt.
Firm a cross-country vehicle, is Frank and Guides, two my old friends who carry to us until Corsiglia.
We continue between asphalt and short drafts of paths along the Itinerario of the Feudi Fisicani, SHAME to who has the responsibility of the cure of this drawn!!!
A disturbing truth makes us to journey along the long torrent Blackboard the path invaded from plastic, trash, refrigerators, washing machines, sews some to gas and bramble bush, that they force to us to dangerous shunting lines and in some case to having to work of knife in order to open a passage to us.
We arrive to Gattorna to the 18, first of all the preferred drink, then step to greeting all my friends, the traders of this country that has an only road, Via of the Commerce but that with the exception of other from Liguria countries it has lived from families of wonderful traders.
There are those historians: Bubbi, Beneitin, Basso (toys), Fransa, Franchezza, Peripimeno, Giannino, Modero, Centrale… and then the names Maria Rosa (my same day of birth) Luisa, Diego, Caterina, Mauro, Giorgio, Lorena, Dante, Gianni, Franco, Marietto…
They are happy and Alexander is astonished from the friendships that I have here.
To the 18,55 we take the bus, Chiavari waits for to us, our house, the shower, the bed.
This evening I will sleep happy and the computer of my head will go to pose of cartelle the all that that today I have seen, felt, tried, but it will add little also in more than wisdom and will put in black that…
4 commenti:
Cuando los sueños mueren...la vida ya no es más.
Bello relato Manfred,que preferí leer en italiano porque la versión en inglé pierde tu esencia.
Me reí pensando el esfuerzo que tuviste que hacer para no parlar jajajaja y cuando le decías al buen señor de no fumar porque hace mal a la salud jjajaja
Eres genial hermano mío, y aunque no me gusta leer relatos largos en la pantalla del computer, esta vez el relato me atrajo como un imán y me hizo imaginar y ver lo que tus ojos veían en lo alto de las montañas.
Como yo no podré subir, serán tus ojos los que me traigan la belleza que solo desde las cimas se puede tocar.
Un bacio grande mi gemelo precioso.
He paseado por cada una de tus páginas...todas maravillosas...
Hermosas...como el sol de una primavera fresca.
Te felicito.
Meret
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